2015-09-19 18:54:00

Pubblicato Def: piu' flessibilità dall'Ue, meno tasse e disoccupazione


Calo del carico fiscale e della disoccupazione, misure contro la povertà e a sostegno della famiglia. E’ un quadro sostanzialmente positivo quello che emerge dalla nota di aggiornamento al Def-documento di economia e finanza- approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Per il governo si profila una politica espansiva, che approfitta della flessibilità dell’Ue e che è incoraggiata da una crescita quest’anno superiore alle attese dello 0,9%. Ma Bruxelles frena gli entusiasmi. Il servizio di Gabriella Ceraso:

“Sono numeri sparati a casaccio”, quelli della nota di aggiornamento al Def per i Grillini come per Forza Italia, che giudicano le previsioni di Palazzo Chigi tutte da confermare e di certo piu' ottimistiche di quelle dell’Ocse specie sul Pil dell’anno prossimo. In effetti ,tranne il neo dello slittamento al 2018 del pareggio di bilancio, il panorama dell'esecutivo sembra roseo, in primis sul fronte disoccupazione - il cui tasso scendera' sotto la soglia del 12% nel 2016 per arrivare al 10,2% nel 2019 – in secondo luogo sul fisco- con la pressione in calo da 43,1% nel 2015 a 42,6% l’anno successivo e in ulteriore riduzione in quelli a venire. Punti forti, la cancellazione delle tasse sulla prima casa, e dal 2017 sugli utili aziendali. Fondamentale per il 2016 sarà il tesoretto di circa 18 mld assicurato dalla flessibilità concordata con la Ue, che include, ove riconosciuti, anche i 3,3 mld correlati all'emergenza immigrazione. La Commissione europea frena: valuteremo, fa sapere la portavoce, solo con la Legge di stabilità tra le mani. Intanto per il Premier la svolta è dietro l’angolo e il rigore è finito, con una crescita superiore alle attese quest’anno dello 0,9% rispetto alle previsioni.L'accelerazione ci sarà dal 2016 con un Pil all’1,6%  e un deficit al 2,2%, e un impegno a ulteriore revisione della spesa e altri risparmi pari a complessivi 0,6 punti percentuali del prodotto interno lordo. Il 2016 sarà anche, dopo 10 anni quasi, l’anno del calo del debito.








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