2015-09-20 09:31:00

Distrutta ad Aden la chiesa costruita dal cardinal Massaja


Ad Aden, dove infuria da anni il conflitto tra gli sciiti (huthi) e i sunniti, è stata bruciata la chiesa della Sacra Famiglia fatta costruire dal famoso missionario Guglielmo Massaja allorché quella missione fu annessa al Vicariato Apostolico dei Galla (Etiopia) che gli era stato affidato nel 1846 da Papa Gregorio XVI. Quando il grande missionario arrivò nella città yemenita, la missione era stata aperta da appena cinque anni dallo spagnolo padre Antonio Bonajunta Foguet, dei Servi di Maria, che ve l’aveva trasferita da Gedda, ed era composta da una capanna per il missionario e da una cappella in cui celebravano l’Eucaristia i missionari diretti in Oriente. Poco dopo vi fu costruita una seconda cappella, dedicata alla Madonna Addolorata, dal confratello padre Marco Gradenigo, con il quale finì la presenza dei Servi di Maria ad Aden. Essi furono sostituiti da un sacerdote genovese, don Luigi Sturla, con il quale il Massaja decise di costruire una chiesa più grande, affidandone la direzione a un suo confratello, fra Pasquale da Duno, che in poco più di un anno costruì quella dedicata alla Sacra Famiglia a tre navate, “solida, ma non bella”, scrisse un missionario.

Essa non poté essere consacrata dal Massaja perché indaffarato a trovare un via per penetrare nel suo Vicariato, dove giunse dopo sei anni di tentativi, narrati da lui stesso nell’opera “I miei 35 anni di missione nell’Alta Etiopia”. A causa della guerra, dallo Yemen sono partiti quasi tutti cattolici (gli indiani sono stati richiamati dal governo, compresi i sacerdoti); i pochi rimasti sono assistiti da fr. Thomas A. Kizhake Nellikunnel e da fr. George Muttathuparambil, ambedue salesiani indiani. Sono restate, invece, tutte le suore di Madre Teresa, che sono 22, distribuite in quattro case – Sana’a, Hodeida, Taiz e Aden – per assistere malati mentali. (A cura di padre Egidio Picucci)








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