2015-09-20 09:02:00

P. Lombardi: cubani apprezzano entusiasmo e coraggio di Francesco


Grande accoglienza per Francesco fin dall'arrivo a Cuba. Sui primi momenti del viaggio apostolico, in un clima di grande gioia, si sofferma il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, intervistato dal nostro inviato all'Avana, Sergio Centofanti:

R. – L’accoglienza è stata ottima… C’era tanta gente, lungo la strada! E mi è tornata in mente proprio la partenza di Benedetto XVI che avveniva esattamente lungo quella strada, però sotto una pioggia torrenziale e con tantissima gente. E quindi mi sono detto: “Ecco, la gente che c’era a salutare Papa Benedetto adesso è di nuovo tutta festante a salutare Papa Francesco”. Si vede che il Papa è ormai di casa, qui, all’Avana e la gente è ben contenta di accoglierlo. Credo che sia incominciato molto bene, questo viaggio …

D. – Qual è stato il messaggio principale del primo discorso del Papa a Cuba?

R. – Trovo molto significativo l’aver evocato il tema della vocazione di questo Paese come punto d’incontro. Il Papa dice: “E’ un arcipelago che si trova tra il Nord e il Sud, tra l’Est e l’Ovest: la sua vocazione è essere incontro di popoli”. Ora, pensando a quello che la storia nei decenni passati ha rappresentato con una Cuba isolata, magari anche dall’embargo, con posizioni di conflitto o per lo meno di tensione con il "grande vicino" degli Stati Uniti e con altre parti del mondo, e così via, il fatto di poter parlare chiaramente di una Cuba che è chiamata ad essere luogo d’incontro tra i popoli, mi è sembrato una visione di futuro molto bella, molto incoraggiante, molto piena di speranza, molto ambiziosa – diciamo pure – per questo popolo, perché il processo di avvicinamento con gli Stati Uniti – a cui il Papa ha fatto pure riferimento in modo esplicito, e che in fondo è anche uno dei motivi del suo viaggio – è piuttosto agli inizi. E’ partito piuttosto bene, è stata una grande sorpresa per il mondo, il suo avviarsi, ma è una cosa lunga, non è una cosa che si risolva con il solo fatto che si aprono due ambasciate. Ci sono tanti rapporti da ricostituire, tante ferite da sanare per passare effettivamente a questa cultura dell’incontro e della pace che il Papa si auspica.

D. – Gli Stati Uniti hanno deciso, proprio alla vigilia di questo viaggio, di alleggerire l’embargo: è un’iniziativa significativa, un altro passo in questa direzione …

R. – Sì, certo! Ci sono tanti passi significativi: nei giorni scorsi, le autorità cubane hanno fatto un indulto per 3 mila prigionieri di criminalità comune; gli Stati Uniti hanno – appunto – annunciato misure di alleggerimento dell’embargo, che non significano “togliere l’embargo”, ma sono alcune misure in questa direzione … Ecco, quindi sono dei passi che avvengono e sono nella direzione giusta. Sono passi di un processo che è un processo lungo, un processo difficile: non va ritenuto tutto così facile. Siamo in cammino, ma siamo in cammino sulla strada giusta.

D. – Questo è il viaggio più lungo del pontificato di Papa Francesco. Come sta, Papa Francesco?

R. – Ma … io direi sempre che sta bene, perché se fa le cose che fa, deve star bene: nessuna persona che sta male ha l’energia per fare quello che lui fa! Quindi, io faccio una costatazione molto pedestre, molto semplice e dico che sta bene. Ed effettivamente si vede che riesce ad affrontare con grande energia questi impegni che farebbero timore a chiunque, se fossero visti con criteri di prudenza o di timidità. Invece no: lui li affronta, lui va in un Paese come gli Stati Uniti dove non è mai andato nella sua vita! Anche a Cuba, di per sé, non era mai stato … E va, e parla al Congresso degli Stati Uniti, oltre che all’Assemblea delle Nazioni Unite! Vuol dire che si sente sostenuto dallo spirito della sua missione, sente di avere un aiuto del Signore per dire una parola di speranza, di ragionevolezza, di futuro per le grandi domande dell’umanità di oggi. E ringraziamo il Cielo che questo c’è! E la gente, mi pare che lo apprezzi moltissimo perché ne sente un grandissimo bisogno, e quindi capisce che questa persona – che poi si comporta in un modo molto naturale: ha anche dei limiti nel parlare le lingue … - però ha lo spirito, lo slancio, il coraggio, la forza di annunciare dei messaggi e delle parole che sono attese e che sono fondamentali per l’umanità di oggi.

D. – E sul suo volto si vede tanta gioia …

R. - … tanta gioia e tanta serenità. E questa è la prova del fatto che il Signore lo accompagna, perché effettivamente affrontare queste sfide, questi impegni potrebbe causare preoccupazione, potrebbe causare timore … Invece, lui lo vive con grande gioia con grande semplicità, entusiasmo, con la convinzione di rispondere a una chiamata e di avere poi da dire quella Parola che è la Parola del Vangelo e che è sempre credibile e vera.








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