2015-09-20 10:28:00

Sant’Egidio: costruire un futuro più umano a Cuba


Dopo il crollo dell’Unione Sovietica agli inizi degli anni ’90, Cuba ha perso il suo principale sostegno economico. E’ iniziata così una grave crisi che continua a perdurare oggi. Grande l’impegno della Chiesa cubana per i poveri. Una delle realtà più coinvolte è la Comunità di Sant’Egidio. Il nostro inviato Sergio Centofanti ha intervistato Rolando Garrido, responsabile di Sant’Egidio a Cuba:

R. – Facciamo un grande lavoro verso i più bisognosi, ma il lavoro decisivo in cui è impegnata la comunità in questi ultimi anni è quello della formazione delle nuove generazioni: quindi la formazione dei bambini, la formazione degli adolescenti e la formazione dei giovani. E questo per poter costruire un domani umano per Cuba.

D. – Qual è la situazione della povertà oggi a Cuba?

R. – Noi lavoriamo in alcuni quartieri difficili ed è soprattutto una povertà economica, perché si tratta di famiglie e di coppie separate, in cui la mamma deve sostenere la famiglia da sola. C’è poi la situazione dei barboni: sono giovani che arrivano nella capitale dalle provincie per cercare di fare un po’ di soldi, ma che non trovando strutture in cui poter rimanere – perché sono fuori di casa – si ritrovano a vivere in strada. La vita in strada è difficile e quando si entra in questo meccanismo è molto difficile uscirne. Possiamo poi parlare della povertà dei giovani: la mancanza cioè di un ideale, di un ideale per un mondo più giusto. Direi che nei giovani prevale questo egoismo, questo individualismo che rende la vita un po’ grigia. Questa è la missione della Comunità di Sant’Egidio a Cuba: riuscire a dare ai giovani una proposta di una vita piena, affinché ognuno sia protagonista del proprio futuro e protagonista del futuro anche del Paese.

D. – In questa situazione, cosa si aspettano i cubani da questa visita?

R. – C’è una grande attesa. C’è una grande attesa anche per un senso di gratitudine: di gratitudine per questo grande successo del ristabilimento delle relazioni tra Cuba e Stati Uniti. La gente vuole ringraziare questo uomo, umile, semplice, che - con la forza dell’amicizia, con la forza del dialogo, con la forza di un uomo senza pregiudizi - vince, vince un grande problema che durava da ormai 50 anni - mezzo secolo! – fra due popoli. La gente è molto contenta e ha grande speranza, la speranza che qualcosa cambierà e che qualcosa dopo la sua visita sarà migliore. Quindi la gente ha grandi aspettative per questa visita.

D. – Tra i cubani c’è il sentimento di una svolta storica che sta avvenendo…

R. – Certamente sì. Nessuno sa cosa sarà, ma tutti sperano che qualcosa cambi, che ci sia un miglioramento economico, che è poi la cosa fondamentale e che rispecchia il desiderio delle persone. Inoltre questo ristabilimento delle relazioni tra i due Paesi potrà garantire un futuro migliore anche per tutte quelle persone che hanno le proprie famiglie negli Stati Uniti, permettendo quindi anche la possibilità di viaggiare e di poter fare tante cose che prima non si potevano fare.

D. – Quindi un momento di speranza per Cuba…

R. – Di speranza. Certo, è un momento di grande speranza e di grande attese.








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