2015-09-21 12:36:00

Grecia: Tsipras al lavoro per formare il nuovo governo


In Grecia, dopo la vittoria elettorale ottenuta dal partito Syriza, col 35,47% dei voti e 145 seggi, Alexis Tsipras è al lavoro per la formazione del nuovo governo. Syriza si alleerà con i nazionalisti del partito "Greci indipendenti", che può contare solo su 10 seggi, pochi ma necessari a Tsipras per ottenere la maggioranza in Parlamento. I conservatori di "Nea Democratia" si attestano come secondo partito, con il 28,09% dei consensi, mentre si registra un aumento, rispetto alle precedenti elezioni, per i neonazisti di "Alba Dorata", che guadagna 18 seggi. Bassa l'affluenza alle urne: ha votato solo il 56,55 per cento degli aventi diritto. Previsto per questa sera il giuramento del neo premier Tsipras nelle mani del presidente della repubblica, Prokopis Pavlopoulos, mentre l'esecutivo dovrebbe prestare giuramento domani, secondo quanto si apprende da fonti vicine al neo eletto premier. Per un'analisi sui risultati elettorali, Elvira Ragosta ha intervistato il prof. Antonio Villafranca, responsabile Europa dell'Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale):

R. – E’ una Syriza molto diversa da quella che ha vinto le elezioni lo scorso gennaio. Allora Syriza era un movimento di protesta che si accingeva a governare senza avere alcuna esperienza. Nel frattempo Tsipras è stato molto bravo e molto abile nel togliere la parte più estremista del partito e ripresentarsi come una forza di governo per l’intera legislatura. Quindi, una Syriza diversa e uno Tsipras decisamente più forte.

D. – Positive le reazioni delle istituzioni europee. Quali i primi passi nel dialogo con l’Unione europea per rispettare gli impegni presi con i creditori internazionali e per dar vita alle riforme?

R. – La reazione dei leader politici europei e di Bruxelles non poteva che essere positiva e il risultato è stato il migliore possibile. Alcuni auspicavano la vittoria del partito più euro-entusiasta che era Nuova Democrazia, ma se avesse vinto Nuova Democrazia, Syriza sarebbe ritornata al suo ruolo di opposizione, di un’opposizione dura. Invece, con la vittoria di Syriza avremo all’opposizione, come primo partito, Nuova Democrazia che in realtà supporterà le riforme e supporterà anche i pacchetti di austerity. Il vero problema adesso e per i prossimi mesi non sarà tanto quello di far passare nuove leggi ma di implementare quelle che sono state fatte finora. C’è da vedere per esempio dove e come tagliare la spesa militare, che sarà un argomento non facile per Tsipras, visto che il suo alleato è un partito di destra. Ci sarà la questione della riforma fiscale e della riforma previdenziale. E’ nella fase di implementazione tecnica che il meccanismo si può inceppare e potrebbe far arrabbiare i creditori e creare ulteriori tensioni in futuro.

D. – Sulla sostenibilità del debito greco che previsioni si possono fare?

R. – Su questo non c’è dubbio, il debito greco andrà incontro a un’ulteriore revisione. Non voglio usare il termine ristrutturazione perché non si tratterà di tagliare il debito ulteriormente ma rivedere i meccanismi di rimborso e quindi i periodi di rimborso  - e sono già molto avanti nel tempo per quanto riguarda i prestiti europei, soprattutto dei Paesi europei e dei fondi salva Stato - e di ridurre ancora, seppur di poco, gli interessi pagati dalla Grecia.

D.  – Che messaggio arriva alla sinistra europea da questa vittoria di Syriza, sfrangiata dall’ala estrema e alleata, per la seconda volta, dei nazionalisti di Anel?

R.  – E’ un messaggio costruttivo, secondo me. Si può criticare, si può pensare a un’Europa un po’ diversa ma in maniera costruttiva. Non esiste come soluzione il fatto che si abbandoni l’area dell’Euro perché abbiamo visto che soltanto ipotizzare una cosa del genere crea disastri. Quindi è un messaggio che va a tutti gli euroscettici che va a tutti i populisti. Attenzione, perché va bene criticare ma in maniera costruttiva.

D. – Lei parlava della necessità di implementare le riforme già concordate ma come cambieranno le condizioni sociali ed economiche della popolazione greca?

R. – Probabilmente peggioreranno ancora un poco. Quello che si prevede per un sentiero di rientro dall’enorme di debito pubblico che potrebbe sfiorare il 200 per cento nel 2016 è veramente draconiano in termini di impegno per la popolazione e per questo io dico che è necessario riconsiderare il debito pubblico greco.








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