2015-09-22 10:53:00

Benin, ambasciatore: Europa e Africa, unite nella differenza


Traffico d’armi e di esseri umani, vecchi e nuovi colonialismi, violenze e sopraffazioni verso il popolo africano. Ci si è interrogati su questi temi nel dibattito “Farsi vicini: Europa e Africa nel Mediterraneo”, organizzato dal movimento dei Focolari. Thèodore Loko, ambasciatore del Benin presso la Santa Sede, ha spiegato al microfono di Francesca Di Folco come l’Europa ha costruito il suo rapporto, spesso conflittuale, con l’Africa, sfociato in epocali migrazioni:

R. – Nelle relazioni bilaterali ogni parte cerca il proprio interesse e così, oggi, dopo 55 anni di indipendenza, non c’è un vero sviluppo in Africa. Migranti ce ne sono stati sempre, in tutte le epoche, costretti a lasciare la propria terra con la speranza di poter sopravvivere ed è vero che gli sbarchi di immigrati riportano l’attenzione sulla situazione del flusso di popolazioni da un continente a un altro. Ma anche sulla questione demografica, gli sbarchi di immigrati: come mai ci sono persone che fuggono? In Africa non c’è un vero sviluppo… La cooperazione tra l’Africa e l’Europa, quale sia il risultato lo dice una frase di Robert Schuman: “Se potrà contare su un rafforzamento dei mezzi, l’Europa sarà in grado di proseguire la realizzazione di uno dei suoi compiti essenziali: lo sviluppo del continente africano". Ci sono in Benin i governi che devono fare il lavoro, ma oggi la cooperazione deve essere canalizzata attraverso la sicurezza umana.

D.  – Oltre al mancato rispetto della dichiarazione Schuman, cos’altro ha condotto al quadro geopolitico che conosciamo oggi e alle carenze di cui soffre l’Africa?

R. – E’ bene ricordare l’Enciclica di Papa Paolo VI, la "Popolorum progressio", sullo sviluppo dei popoli, che ha avuto una grande ripercussione nel mondo anche negli ambienti non cristiani, come anche la recente Enciclica "Laudato si’". Questa Enciclica è sempre d’attualità. Paolo VI evidenzia la gravità del problema dello sviluppo e l’urgenza di risolverlo attraverso un’azione solidale. La questione sociale è diventata mondiale, i popoli della fame interpellano oggi i popoli dell’opulenza. La Chiesa chiama ciascuno a rispondere con amore all’appello del suo fratello. Questo significa che noi, per avere un mondo veramente sostenibile, abbiamo bisogno di una fusione tra una forte spiritualità e una coerenza dell’azione laica.

D. – Europa e Africa divise per cultura eppure vicine, sorelle, perché l’una deve soccorrere migranti che provengono dall’altra. L’identità e il futuro di entrambe sembra oggi sempre più legato…

R. - La cultura africana non è la stessa cultura che c’è in Europa, ma il problema qui è che la sicurezza umana ci costringe a interessarci alle minacce che pesano sugli individui, cerchiamo l’unità nella differenza.  

D. – In questo periodo, stiamo assistendo a cambi di governo realizzati non con regolari elezioni in alcuni Paesi africani…

R. – E' stato già detto anche dall’Unione Africana che dobbiamo rispettare lo stato di diritto. Adesso ci sono situazioni molto delicate, ma la diplomazia aiuterà a trovare soluzione per i casi più difficili ma la regola è la stessa: lo stato di diritto.








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