“I burkinabé sono stati umiliati, feriti profondamente da questa ribellione scoppiata per motivi ancora non chiari a nessuno, ma sono decisi a non ammettere più imbrogli e imbroglioni, né repressioni con la forza. Se Dienderè non si piegherà alla ragione ci saranno tempi duri”. Queste le parole di mons. Laurent Dabirè, vescovo di Dorì in Burkina Faso, sul colpo di Stato avvenuto la scorsa settimana nel Paese africano, al seguito del quale Gilbert Dienderé è stato nominato capo del Consiglio di transizione.
Garantire un futuro ai giovani nel Paese
In un’intervista pubblicata da “Vita diocesana pinerolese” e ripresa dall’agenzia
Sir, mons. Dabirè racconta: “Mi trovavo a Ouagadougou il giorno stesso del colpo di
Stato. Dalla mia stanza ho sentito gli spari dalle 15 del pomeriggio fino alla mattina
successiva e ancora giovedì e venerdì senza interruzione”. “Nel tentativo di rientrare
a Dorì - aggiunge - mi sono trovato davanti una folla di giovani che, pur avendo sbarrato
la strada hanno indicato a me, ai due preti e alla suora che con me viaggiavano, il
percorso migliore per raggiungere la città. Li sentivamo gridare frasi contro Dienderè,
colui che si erge protettore e portavoce del popolo burkinabé ma che in realtà ne
soffoca qualunque forma di libertà e espressione”. “I giovani meritano di essere aiutati
- è l’appello di mons. Dabirè - perché cercano il loro futuro in loco. Se, però, perdono
fiducia, l’emigrazione diventerà difficile da fermare”.
Rilasciato il primo ministro Isaac Zida
Ufficiali dell’esercito del Burkina Faso stanno trattando a Ouagadougou una resa dei
golpisti guidati dal generale Gilbert Diendéré: lo confermano fonti dell'agenzia Misna
nella capitale, dopo l’annuncio del rilascio del primo ministro Isaac Zida da parte
della giunta costituita giovedì scorso. “Speriamo – dicono da Ouagadougou - che i
negoziati possano dare frutti e scongiurare un conflitto armato tra il Reggimento
di sicurezza presidenziale di Diendéré e i reparti dell’esercito giunti nella serata
di ieri dall’est, dall’ovest e dal nord del Paese”. Finito agli arresti dopo essere
entrato più volte in conflitto con Diendéré e il suo corpo di élite, Zida è stato
rilasciato questa mattina. Libero anche il presidente, Michel Kafando, che ha già
preso le distanze da un’ipotesi di compromesso avanzata dai mediatori dell’Africa
occidentale e si trova ora nella sede dell’ambasciata francese. (L.Z.)
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