2015-09-22 14:17:00

I Musei Vaticani sui social network grazie alla App “Patrum”


E’ stata creata poco prima del viaggio negli Stati Uniti di Papa Francesco: è la nuova app dei Musei Vaticani “Patrum”. Nelle ultime settimane, la App conta 4 mila download e la community continua a crescere. Il servizio di Nina Oezelt:

L’idea della App è di Iuliana Biondo, manager delle iniziative digitali nell’ufficio dei “Patrons of the Art”, e potrebbe rappresentare una rivoluzione per i progetti di restauro e un richiamo per le generazioni giovani. Ecco come spiega l’idea che ha portato a questa inedita iniziativa:

“The vision was to create an app both in a content, the design and in a way in which the user experiences
L’idea era quella di creare una App che dal punto di vista del contenuto, del disegno e dell’utilizzo sul telefono cellulare, risultasse ‘social’ ma che anche facilitasse la comprensione della storia della Collezione dell’arte nei Musei Vaticani e dei progetti di restauro. La App è configurata come un news-feed: ogni giorno  un contenuto nuovo sarà pubblicato sulla App, e si possono scorrere tutti; ci sono anche aneddoti divertenti che sono stati raccontati dagli stessi restauratori, per esempio sul restauro del Perseo di Canova. O anche la storia della Sistina, di Michelangelo e Raffaello. Puoi commentare, condividere, mettere ‘mi piace’; puoi chattare con altre persone che lasciano i loro commenti; puoi risalire a chi ha lasciato il tale commento e contattarlo direttamente con un messaggio … Credo che sia un’idea veramente interessante …. Ecco, quindi l’idea era creare una comunità e indurre le persone a parlare di arte. E’ una App divertente ma nello stesso tempo intellettuale e molto accurata per quanto riguarda la collezione e i Patrons”.

L’impegno dei Patrons per i Musei Vaticani
I Musei Vaticani incassano 80 milioni di euro l’anno, ma ne rimane ben poco per la sezione dedicata ai restauri delle opere d’arte. Infatti, la maggior parte dei fondi finisce nel sostentamento dello Stato della Città del Vaticano stesso, e nella retribuzione degli 800 collaboratori dei Musei. Da oltre 30 anni i “Patrons for the Arts of The Vatican Museums” hanno, dunque, il compito di colmare questa lacuna. L’associazione si occupa di custodire e curare le collezioni presenti all’interno della storica struttura espositiva – spesso tramite sponsor americani. La quota associativa annuale ammonta a circa 600 dollari. Ancora Iuliana Biondo:

“And in return you obviously get to come to the museums whenever you are free. …
E in cambio, puoi venire ai Musei quando vuoi, ad ammirare i lavoro dei restauratori mentre procede, puoi incontrarli, partecipare a eventi e incontri privati; potrai – in un certo senso – essere dietro le quinte e la App coglie anche questo, perché potrai chattare direttamente attraverso la App e noi risponderemo …”.

Un modo originale per raccogliere fondi
La App dà vita a un nuovo social network tra i membri, ma non solo. La famiglia degli appassionati di arte crescerà e ciascuno, anche senza essere un “Patron”, può contribuire discutendo o donando da 10 dollari in su per finanziare un restauro e salvare un pezzo di cultura. Questo dovrebbe attirare soprattutto la generazione giovane.

Larry Blanford, da poche settimane membro della famiglia dei “Patrons”, manifesta il suo entusiasmo per la possibilità di seguire da vicino l’attività dei laboratori di restauro e di vedere il “backstage” artistico:

“Not only did we see some magnificent pieces of art that being restored in the lab. …
Non solo abbiamo potuto ammirare alcune delle magnifiche opere d’arte che si restaurano nel laboratorio, ma quello che più ci ha colpito è stata la passione e l’energia dei restauratori. Da un lato sono artisti veri, dall’altro hanno una fede molto radicata. Combinano quindi il loro amore per l’arte con il loro amore per la fede. In quanto nuovo “Patron” dei Musei è stato emozionante vedere la passione e l’energia con cui lavorano”.

Tanti interventi di restauro nei Musei sono stati resi possibili grazie ai finanziamenti dei “Patrons”. Un esempio per eccellenza è, appunto, il Perseo di Canova, acquistato da Papa Pio VII. Adesso, tanti progetti aspettano un supporto finanziario: dalle insegne etrusche (53.680 euro) fino ai Giardini Vaticani, o la necessità delle macchine laser per la pulizia delle opere d’arte (49.500 euro). Nell’ottobre 2016 i “Patrons” pubblicheranno il nuovo “Wishbook”, nel quale tutti i Dipartimenti dei Musei Vaticani indicheranno i lavori di restauro più urgenti.








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