2015-09-23 11:29:00

Ospedale Bambino Gesù all'Expo: il cibo come cura


Il Dna guida le nostre scelte alimentari. Sono i geni ad orientare il metabolismo e quindi il nostro stato di salute o di malattia. Non solo: per molte patologie come obesità, diabete o altre malattie del metabolismo, il cibo diventa terapia. E’ emerso ieri, nel corso del secondo convegno promosso dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, nell’ambito delle iniziative del padiglione della Santa Sede ad Expo Milano 2015. Da Milano, il servizio di Fabio Brenna:

La pratica clinica ha dimostrato l’efficacia di regimi alimentari particolari: la dieta chetogena, ricca di grassi e povera di carboidrati, può avere effetti benefici contro l’insorgenza delle crisi epilettiche. Nel 60% dei casi trattati si sono prevenute e ridotte le convulsioni che non potevano più essere controllate con i farmaci.

Sulla base di questa esperienza, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, è impegnato nel trovare il programma alimentare per ogni piccolo paziente. Il cibo dunque non riveste più solo il ruolo di integratore di terapie farmacologiche, ma diventa terapia esso stesso.

Carlo Dionisi Vici, responsabile di Patologia metabolica all’Ospedale Bambino Gesù:

“Noi vorremmo far capire prima di tutto che esistono malattie che vengono curate attraverso il cibo e attraverso un’alimentazione che non è sana, ma è un’alimentazione terapeutica, con una dieta fatta apposta, che è una dieta specifica, pesata, calcolata, che necessita di integratori e che è importante venga fatta per tutta la vita, proprio perché è la cura di alcune malattie”.

Cibo che diventa cura, anche fastidiosa come tante altre terapie:

"Il nostro obiettivo è quello di migliorare - tornando ai bambini con malattie metaboliche - un pochino la qualità della loro alimentazione, quindi far sì che per loro un mangiare un po’ particolare non sia un mangiare cattivo e non sia un mangiare che li renda diversi dagli altri”.

Nel corso del convegno è emerso anche che sono più di 500 le patologie metaboliche ereditarie e come rappresentino circa il 10% delle malattie rare.








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