2015-09-24 12:09:00

Medici verso lo sciopero contro la stretta sugli esami inutili


Prende sempre più corpo l’ipotesi di uno sciopero dei medici contro il provvedimento allo studio del governo, che mette al bando oltre 200 esami diagnostici ritenuti inutili. Prevista una sanzione pecuniaria in caso di prescrizioni inappropriate. Il ministro Lorenzin rassicura: “Non ci sarà una caccia al medico, ma gli sprechi costano allo Stato 13 miliardi di euro”. Al microfono di Paolo Ondarza, l’opinione di Filippo Maria Boscia, presidente dell’Associazione Medici cattolici italiani:

R. – Siamo perfettamente consci che il sistema sanitario italiano, che è basato su una instabilità economica, debba essere sicuramente risanato. Senza andare a penalizzare i medici. Da un canto, io dico che è giusto che i nostri amministratori si occupino di un, non dico “razionamento”, ma di un controllo delle risorse. Dall’altro, noi come medici cattolici richiamiamo i medici alle loro complete responsabilità. La punibilità del medico che magari ha lasciato transitare un esame in più, beh, questo io lo vedo un’esagerazione e un’intrusione nel rapporto medico-paziente molto, molto pesante. Quello che deve essere tolto di mezzo è l’auto-prescrizione da parte dei paziente. Il paziente ormai dice: “Qual è l’accertamento più stratosferico che esiste? Lo voglio fare!”. Eh, no: qui il medico deve inserirsi con tutta la sua azione pedagogica. Deve porsi nella condizione di esser sì vicino al malato, ma di non accontentarlo: il malato, guardi, è come un bambino. E’ un bambino in un momento di fragilità. Al bambino nel momento di fragilità noi possiamo far comprendere le ragioni di un diniego oppure possiamo, più frettolosamente, concedergli tutto.

D. – Oltre a una responsabilità etica nei confronti del paziente, il medico che deve sempre agire in scienza e coscienza ha anche una responsabilità nei confronti della società…

R. – Diciamo che la medicina è un’arte assolutamente molto privilegiata, nella quale c’è un incontro tra la fiducia del paziente e la coscienza del medico. Nell’ambito di questa coscienza del medico, dobbiamo inserire non soltanto la necessità che il medico dia delle risposte abili, ma che i medici perseguano il benessere totale dei pazienti, occupandosi anche del benessere della società nella quale noi viviamo. Perché quando si è in uno scenario di profonda crisi economica, valoriale e sanitaria – e si pensa che l’86% delle “Tac” e delle risonanze magnetiche eseguite in urgenza siano assolutamente inutili – questo la dice molto lunga...

D. – Quindi, c’è stato e c’è tuttora un abuso nelle prescrizioni mediche?

R. – Certo. Però, è possibile un razionamento delle risorse che possa essere eticamente accettato, soprattutto se questo razionamento è assolutamente collimante con una visione morale e di vicinanza alla persona umana e alla sua inalienabile dignità.

D. – Al medico spetta la valutazione del singolo caso…

R. – E' un dovere: è un dovere che non deve mai prevalere sugli aspetti economici, soprattutto quando a essere in gioco sono la vita e la salute del paziente.

D. – Voi dite “no” alla “medicina del desiderio”, ovvero quando è il paziente a chiedere al medico che gli prescriva un accertamento piuttosto che un altro. Effettivamente, queste prescrizioni improprie sono state quantificate dal ministro Lorenzin con un danno economico pari a 13 miliardi. In sostanza, vi sentite di condividere le ragioni della protesta dei medici?

R. – Io credo che bisogna iniziare a essere presenti a un tavolo di confronto e di concertazione. La protesta da sola io credo che non guarisca questa patologia.








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