2015-09-26 14:30:00

LoppianoLab 2015: la cultura del dialogo per vincere la paura


“Oltre la paura. Cultura del dialogo, cittadinanza attiva, economia civile”: sarà questo il tema di LoppianoLab 2015. Domani e sabato a Loppiano, cittadella del Movimento dei Focolari in provincia di Firenze, cittadini, imprenditori, lavoratori, artisti, giornalisti, impegnati in politica, studenti si interrogheranno su come superare le tensioni e i timori che oggi il nostro mondo vive e che condizionano l’esistenza quotidiana. Diversi laboratori rifletteranno sulla giustizia, sulla famiglia, sul rapporto tra le religioni. Ampio spazio sarà dato anche alla presentazione delle esperienze positive di dialogo e di incontro già in corso. Per saperne di più Luca Collodi ha intervistato il giornalista Michele Zanzucchi, direttore della rivista dei Focolari, Città Nuova:

R. – La paura, ovviamente, in questo momento è latente: sotto ogni discussione che si fa, sotto ogni articolo, sotto ogni immagine che viene mostrata – in Europa, in particolare. Questo fenomeno delle migrazioni ci sta veramente sconvolgendo la vita, però anche nello stimolarci a trovare nuove sintesi. Ecco: noi proponiamo a LoppianoLab 2015, questo tema: “Oltre la paura”, e lo decliniamo in tre modi: come andare oltre la paura? Attraverso una cultura del dialogo che penso possa attraversare ogni ambito della vita umana. C’è una seconda via per superare la paura, che è la cittadinanza attiva: non stiamo lì a criticare solamente, siamo cittadini. Facendo qualcosa, riparando il marciapiede davanti a casa, combattendo per la legalità, possiamo riuscire a trasformare questa paura. Terza via: l’economia civile. L’economia – non c’è niente da fare – sta occupando la nostra vita. Rimettiamo accanto a questo termine “economia” l’aggettivo “civile”. “Civile” vuol dire che l’uomo viene prima, che il cittadino viene prima, che c’è una apertura sull’uomo e sulla ferita dell’altro.

D. – C’è poi un quarto punto: la questione che l’essere umano, oggi, da un punto di vista sessuale viene presentato “diverso” da quello che da sempre noi conosciamo, ed è la questione del “gender”. E anche questo crea disagio, crea interrogativi che non vengono risolti …

R. – Noi avremo un laboratorio dedicato proprio a questo aspetto del “gender”, perché ci rendiamo conto che è una questione decisiva per il futuro dell’Europa ma anche dell’umanità. Io credo che però questa questione del “gender” non vada affrontata con la paura dello sconosciuto, di “quello che avverrà, se …”. Bisogna che ci sia un ascolto profondo delle varie esigenze, delle varie categorie umane che costituiscono la nostra società per poter arrivare a una sintesi in cui la differenza fondamentale tra uomo e donna non venga eliminata – su questo non penso che ci siano assolutamente dubbi – ma nell’accoglienza di chi è diverso.

D. – Voi proponete quindi una cultura del dialogo, una cittadinanza attiva sia in politica sia in economia: questo mi sembra un po’ la chiave per abbattere la paura. Ma oggi, la cosiddetta società civile può essere in grado, ha la forza, ha la volontà di andare verso questa strada, o preferisce soluzioni molto più pratiche e semplici? Per esempio, sul fronte del terrorismo, la chiusura delle frontiere …

R. – La tentazione c’è, assolutamente, ed è molto forte, ed è quella di rinchiudersi nella propria identità. Ma l’identità la si trova nel dialogo, cioè è la disposizione della persona che aprendosi trova la propria identità. Allora, questo è facile a dirsi poi, concretamente, vediamo che ci sono molte tendenze, molti gruppi, molte persone che tengono semplicemente a ritrovare la propria identità nella certezza di “quello che ho in mano”. Questo penso sia un atteggiamento che porterebbe l’Europa alla morte!

D. – Un’ultima riflessione su LoppianoLab: il tema politico, “la rappresentatività”, non pensa che oggi questo sia uno dei temi principali anche per superare la paura, per tornare a quella cittadinanza attiva di cui parlavamo prima?

R. – La crisi della rappresentanza è assolutamente una delle cose più gravi che stiamo vivendo. Nello stesso tempo, io credo che si debba valorizzare la rappresentanza, sostenendo i nostri rappresentanti, i nostri eletti, sia quelli attuali, sia quelli che verranno in seguito, sia a livello locale, sia a livello nazionale. Io credo che le esperienze che si stanno facendo in questa direzione – penso all’aspetto della legalità, ad esempio – siano molto positive. Penso anche all’aspetto delle coppie di fatto, la questione del disegno di legge Cirinnà che è in discussione in Parlamento: credo che malgrado tutto ci sia stata una pressione forte della società civile e il fatto che sia ancora in fase di discussione sia positivo. La società civile bene o male sta influenzando anche i suoi rappresentanti. Certamente, bisogna fare molto di più.








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