2015-09-26 14:30:00

Papa al Madison Square Garden: Dio vive nelle città, cammina con noi


Al termine della visita alla scuola di Harlem, il Papa è risalto in macchina e attraversando Central Park salutato da migliaia e migliaia di fedeli, ha raggiunto lo stadio più famoso della città, il Madison Square Garden per celebrarvi la Messa. Animata dal magnifico coro della Cattedrale di S. Patrick, la cerimonia ha chiuso la visita a New York del Pontefice che ha lasciato un messaggio forte: “Imparare a guardare” a “riconoscere” Dio che cammina nelle strade delle nostre città e le trasforma in luoghi di fratellanza e di pace. Il servizio di Gabriella Ceraso:

L’arena più famosa degli Stati Uniti, il tempio dello sport, della musica e delle convention politiche, si è trasformata ieri, come nel "79 quando accolse Giovanni Paolo II, in una chiesa gremita di oltre 20 mila fedeli in un clima di festa che ha avvolto da subito il Papa al suo arrivo.

Cristo è Luce nella vita quotidiana, nello smog delle città
Sotto un suggestivo crocifisso in legno, Francesco si è rivolto per l’ultima volta ai newyorkesi, ”popolo”, come quello narrato da Isaia al capitolo 9, “che cammina nelle tenebre e ha visto una grande luce”. E’ la luce che porta Cristo, ha ripetuto più volte il Pontefice, tra successi e errori, paure e opportunità della vita quotidiana, in ogni suo spazio:

"Con el profeta hoy podemos decir: el pueblo que camina, respira, vive entre el «smog», ha visto una gran luz..."
"Con il profeta oggi possiamo dire: il popolo che cammina, respira e vive dentro lo 'smog' ha visto una grande luce, ha sperimentato un aria di vita. Vivere in una grande città, contesto multiculturale con grandi sfide, osserva il Papa, è qualcosa di piuttosto complesso:

“Las grandes ciudades son recuerdo de la riqueza que esconde nuestro mundo: la diversidad de culturas, tradiciones e historias..."
"Le grandi città ci ricordano la ricchezza nascosta nel nostro mondo: le diverse culture, tradizioni e storie, ma esse nascondono anche il volto di tanti, "cittadini di seconda categoria".

Città plurali che condannano all'anonimato gli ultimi
"En las grandes ciudades, bajo el ruido del tránsito, bajo 'el ritmo del cambio'..."
"Nelle grandi città, nel rumore del traffico, nel 'ritmo dei cambiamenti', rimangono coperte le voci di tanti che non hanno 'diritto' alla cittadinanza, non hanno diritto a far parte della città – gli stranieri, i loro figli (e non solo) che non ottengono la scolarizzazione, le persone prive di assistenza medica, i senzatetto, gli anziani soli – confinati nei nostri marciapiedi in un anonimato assordante". Entrano a far parte di un paesaggio urbano che lentamente diventa naturale ai nostri occhi e specialmente al nostro cuore:

"Saber que Jesús sigue caminando en nuestras calles, mezclándose vitalmente con su pueblo, implicándose e implicando..."
“Sapere che Gesù continua a percorrere le nostre strade mescolandosi col suo popolo, coinvolgendosi e coinvolgendo tutti in un’unica storia di salvezza, ci riempie di speranza, speranza che ci libera dall’isolamento – da “connessioni” vuote, dalle analisi astratte, o dal bisogno di sensazioni forti – e ci apre all’altro.Ci invita a vedere nel mezzo dello smog la presenza di Dio, perché Dio, ribadisce con forza il Papa è nelle nostre città.

Cristo in cammino con noi salva, libera, abbraccia
M
a com'è questa luce che passa nelle nostre strade? Come incontrare Dio vivo e operante? “Imparare a guardare” è la risposta del Profeta Isaia, e questo è anche il messaggio che il Papa ripete ai cittadini della grande Mela:

"Vayan, una y otra vez, vayan sin miedo, vayan  sin asco, vayan y anuncien esta alegría que es para todo el pueblo..."
"Andate, una, due, tre volte, andate senza paura, senza repulsione, andate e annunciate questa gioia che è per tutto il popolo…Andate incontro agli altri dove sono e non dove ci piacerebbe che fossero… Andate e annunciate la buona notizia che Dio è nostro Padre". Il suo abbraccio accoglie e consola. E' Cristo che ci libera dall’anonimato, dalla competizione, dall’autoreferenzialità, per aprirci al cammino della pace. Quella pace che nasce dal riconoscimento dell’altro, quella pace che emerge nel cuore guardando specialmente al più bisognoso come a un fratello. Quindi, per un ultima volta il Papa ricorda:

"Dios vive en nuestras ciudades, la Iglesia vive en nuestras ciudades. Y Dios y la Iglesia que viven en nuestras ciudades quieren y quiere..."
"Dio vive nelle nostre città; la Chiesa vive nelle nostre città e vuole essere fermento nella massa, vuole mescolarsi con tutti, accompagnando tutti, annunciando le meraviglie di Colui che è Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace".








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