2015-09-28 14:00:00

Iraq. Nuovo patriarca assiro: la religione al servizio della pace


I discorsi politici e religiosi devono servire a infondere nei cuori lo spirito d'amore e di servizio, e non, al contrario, fomentare conflitto e divisione. E' questo il concetto-chiave espresso da Mar Gewargis III, nuovo patriarca della Chiesa assira d'Oriente, in occasione della liturgia per il suo insediamento, che ha segnato l'inizio del suo ministero patriarcale. La cerimonia, trasmessa in diretta sui media locali, si è svolta presso la chiesa di San Giovanni Battista ad Ankawa, il sobborgo di Erbil abitato in maggioranza da cristiani, e dove adesso sono concentrati anche buona parte dei cristiani della Piana di Ninive costretti a abbandonare le proprie case davanti all'offensiva dei jihadisti del sedicente Stato Islamico (Daesh). 

Per la Santa Sede presente a Erbil il card. Koch
Alla liturgia hanno partecipato, tra gli altri, anche Nechirvan Barzani, Primo Ministro della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, il patriarca caldeo Louis Raphael Sako e il patriarca siro ortodosso Mar Ignatius Aphrem II. La Santa Sede è stata rappresentata dal card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani.

​Mar Gewargis III era l'unico metropolita assiro ancora residente in Iraq
Mar Gewargis III succede a Mar Dinkha IV spentosi a marzo negli Stati Uniti, dopo un mandato patriarcale durato ben 39 anni. Il Sinodo della Chiesa assira d'Oriente aveva scelto il suo nuovo patriarca lo scorso 16 settembre. Il 74enne Mar Gewargis Sliwa, già metropolita di Iraq, Giordania e Russia, era l'unico metropolita assiro ancora residente in territorio iracheno. La sede patriarcale assira, in seguito all'esilio del patriarca Mar Eshai Shimun XXIII, ha lasciato il Medio Oriente dal 1933 e dal 1940 è stata insediata presso Chicago, negli Stati Uniti. Dal 2006 è iniziato il progetto di costruzione di una residenza patriarcale a Erbil, che viene portato avanti ancora oggi e che fa pensare a un possibile futuro trasferimento della sede patriarcale nella capitale del Kurdistan iracheno. (G.V.)








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