2015-09-29 14:57:00

Centrafrica: è crisi a Bangui. Oggi opposizione in piazza


Ancora alta la tensione in Centrafrica, dopo le violenze dei giorni scorsi nella capitale Bangui, con un bilancio di almeno 40 morti, un centinaio di feriti e oltre 20 mila sfollati. Grande preoccupazione è stata espressa anche dall’Assemblea generale dell’Onu che affronterà la crisi in corso nel Paese in una seduta straordinaria domani. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Coprifuoco violato e saccheggi hanno segnato anche la giornata odierna a Bangui, città che da almeno tre giorni è completamente paralizzata dalle barricate e dalle violenze innescate innanzitutto dalla contrapposizione tra combattenti Seleka, che hanno deposto il presidente Bozizè nel 2013, e unità anti-Balaka, nate come gruppi di difesa contro il banditismo. Uomini armati hanno preso d’assalto sedi di organizzazioni internazionali e hanno causato l’evasione dalla prigione centrale di centinaia di detenuti, puntando anche al palazzo della presidente di transizione che vogliono dimissionaria, Catherine Samba Panza, che intanto sta rientrando dalla sede della Nazioni Unite di New York. “Ristabilite la calma e troveremo una soluzione”, ha detto appellandosi al suo popolo.

Preoccupazione è stata espressa anche dall’Assemblea generale dell’Onu, che parla di un regresso ai tragici fatti del 2013 per il Paese. Si rincorrono voci dell’arrivo in città di rinforzi provenienti dall’interno del Paese sia per gli anti balaka sia per la milizia seleka. Per domani l’opposizione e gli anti-Balaka hanno programmato una grande manifestazione popolare per sostenere le loro richieste. I caschi blu intanto stanno radunando personale civile straniero delle Ong in luoghi sicuri. La tensione anche con i soldati Onu non cala: respinte le accuse di aver colpito volutamente tre manifestanti ieri, ora si indaga per accertare lo svolgimento reale dei fatti.

Intanto, la politica interna è allo stallo: il 4 ottobre doveva tenersi un referendum sull’adozione della nuova Costituzione e il primo turno delle presidenziali era stato fissato per il 18 ottobre. Forte resta tuttavia l'impegno della chiesa. Mons. Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, rilancia ai nostri microfoni l'impegno portato avanti contro la diffusione delle armi e la speranza che la venuta del Papa, a fine novembre, porti con sè "una parola di pace, di riconciliazione, di misericordia, per la convivenza e la concordia".








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