La Repubblica Centrafricana ancora nel terrore e nella violenza. Il presidente, Samba Panza, di ritorno da New York si è fermata in Camerun in attesa di poter rientrare nel Paese, dove oggi esercito e forze Onu della Minusca stanno sgombrando aeroporto e strade, dalle barricate erette dai diversi schieramenti dell’opposizione. Nella notte sono diminuiti i saccheggi e questa mattina qualche stazione di servizio ha provato a riaprire dopo giorni di paralisi. Ma la gente è terrorizzata: "Siamo tutti bloccati e non riusciamo ad aiutare chi ha più bisogno" dice al microfono di Gabriella Ceraso, Fulgence Koinè, responsabile formazione e rapporti istituzionali della Onlus “Amici per il Centrafrica”, raggiunto telefonicamente a Banguì:
R.- À partir de ce qu’il est arrivé …
A partire da quanto accaduto sabato ci sono state una serie di rivendicazioni politiche:
si chiedono le dimissioni del presidente, la partenza delle Ong umanitarie internazionali,
della Minusca (Missione ONU ndr), si chiede di riarmare l’esercito centrafricano.
E il risultato di tutto questo è una situazione molto difficile. Tutto è chiuso, le
scuole i luoghi pubblici: in pochi escono da casa e solo per cercare cibo. Tante persone
sono state uccise e derubate e ci sono circa 30 mila sfollati nei campi profughi che
noi non possiamo raggiungere perché ci sono barricate ovunque. Solo la forza Onu,
la Minusca può fare qualcosa per loro.
D.- Quali sono ad oggi i bisogni principali della popolazione?
R.- Alors, dans ce moment les trois grand besoins
sont …
In questo momento i tre grandi bisogni sono: in primo luogo la sicurezza, la gente
ha bisogno di protezione, ci sono barricate ovunque e spari sporadici; poi c’è il
grande bisogno alimentare ormai radicalizzato, perché non si sa come procurarsi il
cibo, visto che è tutto chiuso. E il terzo bisogno è legato alla mobilità: la paralisi
è totale, attività professionali, servizi, scuole, e la gente non sa cosa fare.
D.- E’ vero che ci sono molti bambini coinvolti o vittime delle violenze ? E per loro cosa riuscite a fare nel vostro centro Joie de vivre?
R.- Oui, beaucoup d’enfants ont été impliqués …
Senza dubbio molti bambini sono coinvolti. Tra le persone con cui lavoro io qui almeno
tre famiglie hanno subito danni materiali, saccheggi e una è bruciata viva nella sua
casa data alle fiamme. Il problema è che noi possiamo fare poco ora, perché i bambini
non sono attualmente nel nostro Centro, ma con le loro famiglie o chiusi in casa
D.-Vuole lanciare un appello per la situazione che si è creata?
R.- Oui tout à fait! L’ appel que je voudrais lancer
…
Assolutamente! L’appello che posso lanciare per Bangui è di sollecitare le forze che
possono restituire sicurezza alla popolazione. Questo è il mio grido d’allarme: finchè
non c’è sicurezza noi non riusciamo ad aiutare le persone che ne hanno bisogno.
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