2015-09-30 12:21:00

Siria: Parlamento russo approva raid. Mosca: è richiesta di Assad


Il Parlamento russo ha approvato l'uso delle proprie forze armate in Siria come domandato dal Presidente Vladimir Putin, su specifica richiesta del Presidente siriano Bashar al Assad. Mosca ha precisato che il provvedimento riguarda solo raid aerei. L'ultima volta che il capo del Cremlino aveva chiesto al Senato il permesso di inviare truppe all'estero era stato nel marzo del 2014, nel pieno della crisi ucraina, poco prima dell'annessione della Crimea. Sul terreno, comunque, velivoli russi pilotati da militari siriani stanno già effettuando incursioni contro obiettivi identificati del sedicente Stato Islamico: le operazioni sono coordinate dal centro informativo a Baghdad a cui partecipano Russia, Siria, Iraq e Iran. Sulla decisione di Mosca, Giada Aquilino ha intervistato Dario Fabbri, analista del periodico di geopolitica ‘Limes’:

R. – Di fatto era un “sì” scontato. Il fatto stesso che la Camera Alta del Parlamento russo abbia votato all’unanimità dice come il voto fosse considerato assolutamente previsto. Rappresenta l’autorizzazione per Putin, peraltro successiva al fatto compiuto, di impiegare i propri mezzi in Siria.

D. – L’uso delle truppe russe era stato chiesto appunto da Putin su richiesta del siriano Assad. Alla luce dell’incontro Putin-Obama, le posizioni di Mosca e Washington però non cambiano…

R. – Anche gli Stati Uniti sono entrati da tempo – ormai da diversi mesi – nell’ordine di idee che al Assad debba rimanere almeno in una fase iniziale di transizione politica. La questione è come arrivare a tale transizione politica e chi mettere poi al posto di al Assad, anche perché molte fazioni che si combattono sul terreno in questo momento non hanno alcuna voglia di trattare. Sarebbe troppo semplice se bastasse mettersi d’accordo tra russi ed americani per sostituire qualcuno a Damasco. La situazione è molto più complicata: al di là del sedicente Stato Islamico ci sono diversi ribelli, anche semplicemente bande criminali, che si affrontano sul terreno. Quindi la situazione non è matura non solo per un accordo tra russi ed americani, ma neppure per una sua soluzione completa.

D. – In questo quadro, i raid aerei russi in Siria che contributo saranno per la coalizione?

R. – Non credo che la Russia abbia – anzi, sicuramente non ha – come primo obiettivo quello di combattere l’Is, anche perché tale obiettivo non ce l’ha nessuno: nessuna potenza straniera, neanche gli americani. L’obiettivo principale dei russi è semplicemente quello di puntellare lo Stato alawita che si deve comunque realizzare sul terreno, ovvero mantenere il clan di al Assad e un’intera fascia della popolazione siriana di tendenze sciite, che probabilmente sarebbe massacrata dai sunniti se arrivassero verso la costa. L’obiettivo dei russi è quindi quello di mantenere questa parte di territorio intatta e corroborare il proprio potere negoziale, un giorno in cui si sedessero al tavolo delle trattative principalmente con gli americani, ma non soltanto. I russi, ricordiamolo, hanno come vero punto dirimente della loro strategia l’Europa, l’Ucraina. Rendendosi indispensabile in una crisi meridionale, il Presidente russo spera di ottenere concessioni sull’Ucraina, che è il dossier che gli interessa più da vicino. Non a caso, nell’incontro di pochi giorni fa tra Obama e Putin alle Nazioni Unite, si è parlato per metà del tempo di Siria e per l’altra metà di Ucraina. Ed è proprio questo punto che ancora oggi gli americani non hanno intenzione di fare alcuna concessione ai russi, perché considerano la congiuntura europea legata alla crisi ucraina favorevole ai loro interessi.








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