2015-10-01 14:30:00

Francia: vescovi contro Campagna del governo pro-aborto


I vescovi tornano con una nota a ribadire il loro no all’aborto e lo fanno opponendosi alla nuova iniziativa del governo che in questi giorni ha lanciato una nuova Campagna a favore dell’interruzione volontaria di gravidanza. “Ivg : mon corps, mon choix, mon droit” (“Ivg: il mio corpo, la mia scelta, il mio diritto”) è lo slogan della campagna che a parere di mons.Olivier Ribadeau Dumas, portavoce dei vescovi francesi nonché segretario generale della Conferenza episcopale, “sottolinea l’approccio individualista al dramma dell’aborto. Il diritto assoluto accordato alla madre sul suo corpo giustificherebbe il diritto a sopprimere la vita nascente”. 

La Campagna mette in secondo piano la vita nascente
La Campagna - riferisce l'agenzia Sir - insiste sulla libertà fondata sull’informazione ma i vescovi mettono fortemente in guardia sul fatto che questa informazione mette in secondo piano la vita nascente. Il sito web, che accompagna la Campagna, sostiene che “il diritto all’aborto è sostenuto all’unanimità dai francesi”. “Si tratta - incalza mons. Dumas - di una contro-verità che viola la libertà di tante persone a pensare in modo diverso”.  

Aborto: un fatto grave che segna soprattutto le donne
La Conferenza episcopale francese ribadisce “l’urgente necessità di non considerare l’aborto come un incidente di percorso nella vita, ma come un atto grave che coinvolge e segna spesso in modo profondo e durevole le persone che lo vivono: le donne, ma anche gli uomini e le famiglie”. Per questo la Chiesa ha sempre avuto una attenzione particolare alle donne che hanno vissuto l’aborto e sono molte le organizzazioni dedicate all’informazione, all’accoglienza e al loro sostegno. 

La protezione del nascituro rientra in un'ecologia integrale che rispetta l'uomo
Mons. Dumas fa notare come questa Campagna del governo a favore dell’aborto arriva in un momento in cui in Francia si sta dibattendo la legge sulla salute dove sono contenute “misure inquietanti” come quella volta ad agevolare l’emissione della contraccezione d’emergenza ai minori e la fine del periodo obbligatorio di una settimana tra la visita medica e l’aborto. E conclude: “In un’epoca in cui la fragilità umana e la povertà minano le nostre società, la protezione del nascituro come l’accoglienza delle situazioni di difficoltà rientrano in una ecologia integrale che rispetta ogni uomo”. (R.P.)








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