2015-10-01 11:04:00

San Francesco: cerimonia per la ricognizione delle reliquie


Una ricognizione in forma privata delle reliquie di San Francesco – un evento raro perché accaduto soltanto quattro volte nel corso di otto secoli – è avvenuta lo scorso 25 marzo nella nella cripta della Basilica inferiore d’Assisi, ma la notizia è stata diffusa solo in questi giorni. Al momento solenne hanno assistito 150 frati francescani che hanno intonato il canto Laudato si’ in omaggio al proprio “padre”. Al microfono di Maria Caterina Bombarda, il direttore della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi, padre Enzo Fortunato, ha descritto le tre tappe che hanno preceduto quest’ultima cerimonia:

R. - La prima tappa è stata nel 1818, sotto il papato di Pio VII; da quel momento parte un iter per l’esumazione delle spoglie di Francesco, tumulato nella Basilica di Assisi e la collocazione delle stesse in una cripta, quella attuale, modificata nel secolo scorso. Poi l’intervento vero e proprio nel 1978 sotto il papato di Paolo VI: da qui prende il via un processo conservativo sulle spoglie del Santo, sistemate in una piccola scatola di plexiglass. Quella stessa scatola oggi contiene le spoglie. Una revisione venne fatta di nascosto per non creare clamore nel 1994, dal compianto padre Giulio Berrettoni, ed oggi dal custode del Sacro convento, padre Mauro Gambetti, proprio perché c’era un’indicazione del medico. Lo stesso medico ha guardato ed ha dato le sue analisi su un corpo che si conserva sostanzialmente bene.

D.- Quale è stato il senso spirituale profondo di questa ricognizione?

R. – Userei due termini: preghiera e commozione. Tutto il momento che il Sacro convento ha vissuto insieme a tutte le famiglie francescane di Assisi e alla presenza dei rappresentanti dei vertici degli ordini francescani, è stato un momento di preghiera forte per coloro che qui depongono tante orazioni, le loro ansie, le loro speranze, le loro gioie, la loro gratitudine, e ancora una preghiera per quelle speranze ed inquietudini che ci portiamo nel cuore singolarmente come frati che hanno rivisto il loro papà, il motivo della loro scelta.

D. – Ancora questa ricognizione non era accaduta sotto un Papa che porta lo stesso nome del santo d’Assisi. Che significato ha avuto per la famiglia francescana lì riunita?

R. – Intanto è una felice coincidenza che noi amiamo leggere alla luce della storia che Dio scrive per ciascuno di noi in collaborazione con noi. Francesco ci ha ricordato il custode padre Mauro Gambetti è un Santo essenziale dalla popolarità disarmante e ci rendiamo conto quanto il mondo guardi a lui per ispirarsi; ognuno è accolto com’è, ma anche interpellato. Io direi che questa coincidenza la leggiamo alla luce di un Dio che ci accoglie e ci interpella. Ecco perché abbiamo pensato che lui avrebbe voluto vivere questo momento senza clamore in modo riservato, come quando morì, quando aveva accanto solo i suoi frati e con quel pensiero rivolto alla Chiesa.








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