2015-10-02 13:30:00

Italia. Festa nonni, un milione di angeli custodi in famiglia


Sono quasi un milione le nonne e i nonni impiegati a tempo pieno nelle famiglie per aiutare i figli e i nipoti, con un contributo che ammonta a oltre 29 miliardi di euro. E' quanto  emerge da un'analisi elaborata da Federanziani in occasione della Festa dei nonni, che si ricorda oggi in concomitanza con la ricorrenza liturgica degli Angeli Custodi. Ma oggi il ruolo dei nonni  può essere considerato proprio quello di angeli custodi delle famiglie? Marina Tomarro lo ha chiesto a Mario Pollo, docente di Pedagogia sociale alla Libera Università Maria Santissima Assunta:

R. – Lo sono se, però, oltre a queste funzioni di accudimento dei nipoti vicariando i genitori – di sostegno economico che spesso danno ai nipoti stessi quando sono più grandicelli – svolgono quelle che erano le funzioni classiche, tradizionali, antropologiche che sono, a mio avviso, ancora più importanti di queste funzioni che appartengono alla gestione della vita quotidiana. Sono, ad esempio, il far sperimentare ai ragazzi la saggezza che diventa sempre più rara: l’anziano che ti dà le chiavi per entrare in un rapporto più armonico con il mondo, con la natura, con gli altri esseri umani. C’era l’esperienza di un amore fatto di grande gratuità, che caratterizza l’amore dei nonni. Se queste funzioni che io definisco “classiche” si uniscono a queste di sostegno alla vita quotidiana dei figli e dei nipoti, ecco che allora la figura dei nonni diventa quella degli "angeli custodi".

D. – I nonni oggi nelle famiglie hanno un ruolo sempre più importante. Ma quanto dovrebbero essere aiutati di più?

R. – Il problema è che dovrebbero essere previste forme di sostegno alla famiglia che sono abbastanza rare nel nostro Paese. Ed è chiaro che, se ci fosse un sostegno alla famiglia, questo potrebbe essere un sostegno al ruolo che i nonni svolgono.

D. – Come poter garantire una qualità di vita migliore ai nostri nonni?

R. – La qualità di vita migliore è garantita se si accetta che siano vecchi. Oggi, c’è una difficoltà ad accettare l’età della vita: sembra che si vogliano abolire tutte le età della vita perché le persone ne vivono una sola, quella della giovinezza, mentre ogni età deve essere vissuta per ciò che ti dà e per ciò che ti toglie, quindi anche l'età anziana. Allora, penso sia un grande sostegno aiutare le persone a essere anziane, quindi a vivere la propria età come deve essere vissuta, accettandone da un lato i limiti ma dall’altro anche le risorse che questa ha. Ed è questo l’elemento: spesso si riconosce il valore all’anziano solo se è utile, non dell’anziano in sé per ciò che rappresenta anche dal punto di vista antropologico. Quindi, sostenere il mondo significa aiutarli a vivere la propria età integralmente senza chiedere loro di non essere anziani.

D. – In che modo si può creare un incontro generazionale, una maggiore solidarietà tra i nipoti e i nonni?

R. – Questo è un rapporto che scatta facilmente, ma a condizione che il nonno, la nonna, siano loro stessi e che quindi siano capaci dentro di loro di riconnettersi a quell’età della vita che loro hanno vissuto nella loro infanzia. Ad esempio, un nonno che racconta storie, che mette il bambino in contatto con un tempo diverso, anche legate alla propria vita passata, è un nonno che affascina il bambino, e questo nonostante tutti i media elettronici. Questa capacità ancora di raccontare ha un forte significato. È chiaro che se invece i nonni fanno di tutto per essere più moderni dei genitori, più aperti dei nipoti, il dialogo non scatta.








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