Strage nel College dell'Oregon. Obama: lacrime non bastano

E’ stato identificato il giovane ventiseienne autore dell’ennesima strage in un College americano, questa volta nell’Oregon. Si tratta di Chris Harper Mercer morto nello scontro a fuoco con la polizia dopo aver ucciso a sangue freddo nove studenti. Un massacro annunciato sul web e vissuto in diretta sui social attraverso l’allarme lanciato dall’interno della scuola dagli stessi studenti. Oggi bandiera mezz’asta nello Stato dell’ovest degli Usa. Per il presidente Obama le lacrime non bastano, occorrono scelte politiche contro quella che è diventata “una routine” solo americana. Il servizio di Gabriella Ceraso

È un Barack Obama visibilmente scosso quello che in diretta tv parla agli americani per commentare l'ennesima strage in un college, questa volta in Oregon. Una dozzina di volte da quando sono stato eletto presidente, spiega Obama , ho assistito a questi massacri, rischiamo di diventare insensibili. Lo scenario all’Umpqua Community College a Rosenburg richiama infatti tragicamente alla memoria le carneficine alla Columbine School, al campus Virginia Tech, alla Sandy Hook Elementary School .Chris Harper Mercer, 26 anni tre pistole e almeno un fucile, entra di mattina a scuola e classe dopo classe fa alzare gli studenti, chiede loro la religione professata,quindi spara con freddezza. Alcuni fuggono, altri riescono a nascondersi e twittano alle autorità quanto accade. Proprio sui social Chris, profilo tutto da definire, aveva preannuciato la strage. "Domani", aveva scritto su twitter, "non andate a scuola". La frustrazione nella parole del presidente Obama è legata anche a questo: è inaccettabile essere l’unico paese che vede questo tipo di sparatorie quasi ogni mese, afferma. Parla di "routine" sostenuta da "scelte politiche" con chiaro riferimento alla lobby sulle armi. Mancano leggi adeguate, lamenta e poi si appella alla nazione: serve una volontà politica comune e buon senso, da solo non posso farcela.