Oggi si celebra a Lampedusa la Giornata della memoria per i migranti vittime del mare. Due anni fa, il 3 ottobre 2013, morivano al largo dell'isola siciliana 368 persone. “Il naufragio del 3 ottobre – scrive il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella in occasione della Giornata – è una ferita drammaticamente aperta, un simbolo di umanità tradita, un grido che ancora scuote il nostro Paese e l'Europa intera".
Una tragedia immensa
“Fummo posti di fronte alla vergogna di una strage
immensa – aggiunge il capo di Stato – che non si riuscì a evitare e che, anzi, in
troppi nel nostro civilissimo continente osservarono con distacco, se non addirittura
con indifferenza". Ma la gente di Lampedusa – ha scritto inoltre Mattarella – “prestò
generosamente i primi soccorsi, salvando decine e decine di naufraghi”.
Coscienze interrogate dal dolore
"Gli atti di umanità compiuti in quella e in successive
circostanze – ha ricordato il Capo dello Stato – costituiscono un motivo di orgoglio
per l'intero Paese, ma la nostra coscienza continua a sentirsi interrogata dal dolore
di profughi in fuga, dalla violenza dei trafficanti di esseri umani, dal carattere
epocale dei nuovi flussi migratori”. “La strage di Lampedusa segnò una svolta. Proprio
nelle coscienze, prima ancora che nelle politiche".
Politiche condivise sull’immigrazione
"Oggi – ha sottolineato Mattarella – avvertiamo una
maggiore consapevolezza sia nelle opinioni pubbliche sia nei governi europei. Soltanto
due anni fa, era difficile sostenere che l'immigrazione e l'asilo per i rifugiati
sono questioni pienamente europee e devono essere affrontate dall'Unione nel suo insieme.
Ora, dopo migliaia di vite umane spezzate, dopo tanta disperazione, speriamo si apra
finalmente il capitolo di una responsabilità condivisa, di una politica lungimirante
e rispettosa della dignità dell'uomo, di un contrasto efficace e comune alle mafie
dei trafficanti". (A.L.)
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