Ci sono poche speranze di trovare qualcuno ancora vivo sotto la montagna di fango che ormai da giorni ha sommerso l’abitato di Santa Caterina Pinula, in Guatemala. Il totale delle vittime accertate è salito a 131, ma finora sono stati recuperati e identificati solo 90 corpi. Tra le vittime ci sono almeno 26 minorenni. I dispersi sono circa 300. In realtà si è trattato di una serie di enormi frane, che hanno sepolto centinaia di abitazioni in questa località alla periferia della capitale del Guatemala. Ieri, all'Angelus della domenica, il Santo Padre Francesco ha chiesto di pregare per le vittime della frana e ha invitato alla solidarietà concreta.
I soccorsi sospesi a causa delle forti piogge
Secondo le informazioni pervenute all'agenzia Fides da fonti missionarie nella capitale
guatemalteca, le operazioni di soccorso sono state più volte sospese a causa della
forti piogge che hanno continuato ad abbattersi sul luogo della catastrofe dalla notte
di giovedì scorso, quando la pioggia torrenziale, la melma e i detriti hanno travolto
il villaggio di El Cambray II, nel municipio di Santa Catarina Pinula.
Il trauma dei sopravvissuti
Le fonti di Fides segnalano che circa 900 soccorritori sono all'opera, nel tentativo
di trovare qualche sopravvissuto e per recuperare i corpi delle vittime. Da sottolineare
anche la situazione dei sopravvissuti che soffrono un trauma molto forte dovuto oltre
che al lutto, anche alla mancanza di un corpo da seppellire. Questa popolazione infatti
vive molto il contatto fisico fra le persone, parenti e amici, dello stesso villaggio.
Il Paese colpito da altre catastrofi naturali
La catastrofe è la più grave mai registrata nel Guatemala dopo i due terremoti del
2012 e del 2014 nel sud-est del Paese. Nel 2005 centinaia di persone rimasero uccise
dalle frane provocate dalle piogge torrenziali che seppellirono completamente il villaggio
di Panabaj. Molti dei corpi non sono mai stati recuperati. (C.E.)
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