2015-10-05 14:49:00

Sinodo. Mons. Forte: tra i vescovi diversità ma non ci sono due partiti


Sulla prima giornata di lavori sinodali si è tenuta, nella Sala Stampa della Santa Sede, una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il cardinale Peter Erdő, relatore generale del Sinodo, il cardinale André Vingt-Trois, presidente delegato di turno, e mons. Bruno Forte, segretario speciale del Sinodo. Ce ne parla Amedeo Lomonaco:

Card André Vingt-Trois: il Sinodo è tempo di preghiera, di riunione e di cammino
Le prime impressioni sull’Assemblea Sinodale, il contesto attuale legato alle realtà vissute dalle famiglie e le finalità del Sinodo. Sono questi i temi al centro della conferenza stampa aperta dal cardinale André Vingt-Trois, che ha ricordato come gli eventi vissuti a partire da sabato rappresentino una significativa introduzione al Sinodo. L’assemblea sinodale – ha affermato il presidente delegato di turno – è un tempo in cui la Chiesa è in preghiera, come avvenuto durante la Veglia di sabato scorso e come durante la Messa di apertura. Il Sinodo - ha aggiunto - è anche un tempo in cui la Chiesa si riunisce, come in questa giornata, intorno al Papa. Ed è un tempo - ha spiegato il porporato - in cui mettersi insieme in cammino. Il cardinale André Vingt-Trois ha poi ricordato le sue prime impressioni sul Sinodo:

“La première impression très forte, qui m'habite ce matin ...
La prima impressione molto forte, che mi ha accompagnato questa mattinata è stata vedere, in modo forse eccezionale, la grande diversità dei partecipanti, la diversità dei continenti rappresentati, la diversità di Chiese -  perché ci sono rappresentanti delle Chiese orientali e delle Chiese latine - la diversità di età, la grande diversità di esperienze… Tutto questo insieme e questa diversità – che potrebbe far ritenere improbabile che si arrivi a mettersi d’accordo su qualcosa – sono riuniti intorno al Papa, avendo come indicazioni quelle che ci sono state già date nel Sinodo del 2014 e che sono state ribadite oggi. Le indicazioni con cui ci confrontiamo in questo momento in modo aperto: cioè a dire che noi saremo aperti a Dio che ci guiderà attraverso la preghiera e la meditazione della Parola di Dio. Saremo aperti gli uni agli altri e questo è lo stile del dialogo che noi dobbiamo cercare di vivere. Saremo aperti alle realtà che vivono le famiglie, partendo proprio dalle relazioni che abbiamo raccolto nel corso dell’anno”.

Card. Erdő: fondamentale il ruolo di comunità composte da buone famiglie
Riferendosi al lavoro preparatorio in vista della Relatio, il cardinale Peter Erdő ha affermato che sono emerse due grandi realtà:

“La prima era la sfiducia globale verso le istituzioni, non solo verso l’istituzione del matrimonio e della famiglia, ma verso le istituzioni in generale. Poi l’altro fenomeno è la massiccia presenza e il ruolo fondamentale delle comunità cristiane composte da buone famiglie, che si aiutano a vicenda, che hanno un ruolo già importante in molte parrocchie, in molti movimenti, anche nella trasmissione della fede. E che hanno pure tanti mezzi per preparare umanamente i giovani al matrimonio e alla famiglia, e accompagnare la coppia, aiutare nei momenti di crisi, anche in situazioni di problemi esistenziali, come la disoccupazione, la precarietà lavorativa, la malattia … E in questo consesso di comunità di famiglie è diventato più chiaro che la sola famiglia mononucleare non basta neanche per salvaguardare o rinforzare la solidarietà tra le generazioni. Anche in questo campo è necessario - non soltanto importante, ma sembra necessario - il ruolo di queste comunità di famiglie”.

Mons. Forte: non ci sono due o più partiti ma pastori in ascolto di Dio
Mons. Bruno Forte ha ricordato infine che tra i vescovi non ci due o più partiti come hanno sostenuto alcuni mezzi di informazione. “Si tratta di pastori, uomini di fede che si pongono in ascolto di Dio e alle attese e le sfide della gente”. “Questo – ha detto - ci unisce ben più profondamente di tutti gli accenti e le differenze”. Mons. Bruno Forte ha quindi ricordato le finalità del Sinodo:

“Le finalità sono fondamentalmente due. La prima è quella di proporre il Vangelo della famiglia, cioè la famiglia come soggetto e oggetto centrale della pastorale, come valore prioritario su cui scommettere, anche in un’epoca in cui in tanti parti del mondo essa sembra in crisi. Dall’altra parte, l’atteggiamento pastorale di accompagnamento e di integrazione necessario verso tutti. Ovviamente a cominciare dalle famiglie o dalle famiglie in crisi. Questo esige uno stile di grande parresia, cioè di grande franchezza, anche nel Sinodo, perché abbiamo bisogno di farci eco delle speranze e dei dolori di tutte le famiglie del mondo, ma anche un senso di profonda responsabilità davanti a Dio e agli uomini. Papa Francesco ha parlato di coraggio e di umiltà e ha parlato di preghiera fiduciosa. Credo che siano queste le chiavi perché lo stile del Sinodo possa essere fecondo: non chiudere gli occhi davanti a nulla; avere un senso alto di responsabilità davanti a Dio e agli uomini, alle loro speranze, alle loro sofferenze, vivere una profonda docilità all’azione dello Spirito Santo, a partire da uno stile di preghiera, di umiltà evangelica davanti al Signore e di coraggio apostolico davanti al mondo”.








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