2015-10-06 14:00:00

Sudafrica: i vescovi per un fisco a sostegno dei poveri


Una riforma fiscale in senso fortemente redistributivo che tassi le fasce più ricche della popolazione a favore delle classi più povere e svantaggiate. E’ quanto chiedono i vescovi sudafricani in merito all’annunciato riordino della normativa fiscale con cui il governo di Pretoria si propone di raccogliere maggiori entrate da destinare ai servizi sociali.

No all’aumento dell’Iva
Nelle intenzioni dell’esecutivo il maggiore gettito ricavato dovrebbe servire, tra l’altro, a finanziare il progetto di copertura sanitaria universale. Tra le misure allo studio a questo scopo figura l’aumento dell’Iva che tuttavia, come evidenziato in un documento dalla Commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale (Sacbc), andrebbe a discapito proprio delle categorie sociali più vulnerabili. Per l’episcopato occorre piuttosto puntare su una tassazione progressiva, mentre  l’aumento dell’Iva dovrebbe seguire e non precedere la creazione di un sistema di sicurezza sociale degno di questo nome.

Aggiornare il paniere dei beni calmierati
“Aspettiamo ancora di vedere le misure di trasferimento delle ricchezze necessarie per affrontare in maniera completa e efficace il problema dell’insicurezza alimentare e per garantire un’alimentazione adeguata ai poveri in Sud Africa”, afferma la Commissione episcopale. “Finché ciò non sarà realizzato sul lato della spesa pubblica, continueremo ad essere solidali con i poveri che lavorano e i disoccupati”. In questo senso i vescovi sudafricani chiedono anche di estendere e di aggiornare regolarmente il paniere dei prodotti calmierati di prima di necessità.

Il sostegno dei vescovi sudafricani alla lotta contro la corruzione
Quello della Commissione Giustizia e pace sulla riforma del fisco è solo l’ultimo degli interventi dell’episcopato sudafricano su alcune pressanti questioni sociali nel Paese. Nei giorni scorsi il presidente della Commissione, mons. Abel Gabuza  aveva annunciato l’adesione alla marcia contro la corruzione organizzata il 30 settembre da diverse associazioni della società civile, denunciando l’inadeguata azione del governo contro questa piaga diventata ormai endemica in Sudafrica. (A cura di Lisa Zengarini)

 








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