Una riforma fiscale in senso fortemente redistributivo che tassi le fasce più ricche della popolazione a favore delle classi più povere e svantaggiate. E’ quanto chiedono i vescovi sudafricani in merito all’annunciato riordino della normativa fiscale con cui il governo di Pretoria si propone di raccogliere maggiori entrate da destinare ai servizi sociali.
No all’aumento dell’Iva
Nelle intenzioni dell’esecutivo il maggiore gettito ricavato dovrebbe servire, tra
l’altro, a finanziare il progetto di copertura sanitaria universale. Tra le misure
allo studio a questo scopo figura l’aumento dell’Iva che tuttavia, come evidenziato
in un documento dalla Commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale (Sacbc),
andrebbe a discapito proprio delle categorie sociali più vulnerabili. Per l’episcopato
occorre piuttosto puntare su una tassazione progressiva, mentre l’aumento dell’Iva
dovrebbe seguire e non precedere la creazione di un sistema di sicurezza sociale degno
di questo nome.
Aggiornare il paniere dei beni calmierati
“Aspettiamo ancora di vedere le misure di trasferimento delle ricchezze necessarie
per affrontare in maniera completa e efficace il problema dell’insicurezza alimentare
e per garantire un’alimentazione adeguata ai poveri in Sud Africa”, afferma la Commissione
episcopale. “Finché ciò non sarà realizzato sul lato della spesa pubblica, continueremo
ad essere solidali con i poveri che lavorano e i disoccupati”. In questo senso i vescovi
sudafricani chiedono anche di estendere e di aggiornare regolarmente il paniere dei
prodotti calmierati di prima di necessità.
Il sostegno dei vescovi sudafricani alla lotta contro la corruzione
Quello della Commissione Giustizia e pace sulla riforma del fisco è solo l’ultimo
degli interventi dell’episcopato sudafricano su alcune pressanti questioni sociali
nel Paese. Nei giorni scorsi il presidente della Commissione, mons. Abel Gabuza aveva
annunciato l’adesione alla marcia contro la corruzione organizzata il 30 settembre
da diverse associazioni della società civile, denunciando l’inadeguata azione del
governo contro questa piaga diventata ormai endemica in Sudafrica. (A cura
di Lisa Zengarini)
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