2015-10-08 12:39:00

Unioni civili. Gambino: si introduce nuova forma di matrimonio


Il nuovo testo sulle unioni civili andrà in Aula il 14 ottobre. Lo ha affermato la senatrice dem Monica Cirinnà che ieri ha presentato il disegno di legge. Ma una parte della maggioranza è contraria perché il nuovo testo introdurrebbe un istituto simile al matrimonio e le adozioni da parte di coppie omosessuali. Alessandro Guarasci ha sentito Alberto Gambino, ordinario di diritto privato nell'Università Europea di Roma:

R. – E’ stata espunta l’espressione “matrimonio”, ma è rimasto tutto l’apparato civilistico di rimando alle norme che disciplinano il matrimonio, il matrimonio civile, cioè il matrimonio contenuto nel nostro codice. E quindi davvero non cambia nulla, perché non è un fatto nominalistico, è un fatto di sostanza.

D. – In questo progetto di legge viene spesso usata la parola “coniuge”, perché secondo lei?

R. – Questo vuol dire che si estenderanno tutte le discipline. Pensi anche all’adozione che non è attualmente espressamente prevista, ma che inevitabilmente porterà una sua estensione anche nell’ambito di persone dello stesso sesso, perché nel momento in cui il rapporto coniugale viene a configurarsi anche come rapporto tra due persone di egual sesso inevitabilmente tutte le norme che fanno riferimento al rapporto coniugale verranno plasmate con questa nuova concezione.

D. – Come cambia, a questo punto, secondo lei, nella società la percezione del matrimonio?

R. – Ho l’impressione che ci sia un dibattito molto di elite, molto legato ad alcuni mezzi di comunicazione. La società è probabilmente un concetto che sfugge alla percezione di questi mezzi di comunicazione, che la vedono più come i rappresentanti del popolo oggi eletti che tentano di disciplinare questi temi. In realtà, il tema del matrimonio e della famiglia è molto, ma molto più radicato nella realtà sociale di quanto non si creda.

D. – Uno dei temi che affronta questo ddl è, per esempio, la reversibilità della pensione. Possiamo, secondo lei, pensare ad un impatto importante sulla spesa pubblica, in questo senso?

R. – Ci può essere un impatto importante sulla spesa pubblica, ma il tema non è solo questo. Il tema è che lo Stato italiano ha ritenuto che le coppie che danno vita, generano, possono creare una famiglia, vanno aiutate, vanno sostenute, se uno dei due coniugi un giorno manca e quindi l’altro ha bisogno di avere un’entrata, ed è appunto la reversibilità della pensione. Se invece si cambia totalmente prospettiva e lo Stato decidesse di aiutare anche quelle coppie che tecnicamente non possono procreare, sarebbe una rivoluzione anche nella concezione generale di quale sia la centralità della famiglia rispetto alla comunità istituzionale nella quale si vive.

D. – Se dovesse passare questa legge, l’Italia come si porrebbe rispetto al resto d’Europa?

R. – L’Italia si avvicinerebbe ad alcuni Paesi, non tanti, che hanno fatto di questo tema una loro bandiera, e si discosterebbe da altri. In realtà, io ritengo che l’Italia potrebbe fare qualcosa di molto più intelligente, cioè risolvere pragmaticamente, sì con una disciplina, tanti problemi che ci sono nell’ambito di una relazione tra persone dello stesso sesso, senza però intaccare istituti importanti come il matrimonio e la famiglia, che sono prerogative tipiche di persone di sesso diverso, che di per sé potranno generare dei figli.








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