Dopo una giornata di vertici, voci che si rincorrevano il sindaco di Roma Marino ieri sera alle 19.30 circa si è dimesso. "Tutto il mio impegno ha suscitato una furiosa reazione” ha detto Marino, travolto dalle polemiche sulle spese della sua segreteria ma anche dalla cattiva gestione delle città. Alessandro Guarasci:
La tensione è salita alle stelle mercoledi dopo che sono state pubblicate le note spese di Marino. Note spese che però non tornavano, con clamorose smentite dei presunti ospite del sindaco. Alla fine poco dopo le 19.30 Marino ha lasciato anche se ha fatto capire che, secondo la legge, ha venti giorni per ritirare le dimissioni:
"Presento le mie dimissioni, sapendo che queste possono per legge essere ritirate
entro venti giorni. Non e' un'astuzia la mia: e' la ricerca di una verifica
seria, se e' ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche".
Ed ancora, Marino ha affermato di aver strappato "il Campidoglio alla destra che
lo aveva preso e per cinque anni maltrattato, infangato sino a consentire
l'ingresso di attivita' criminali anche di tipo mafioso" e che il sistema corruttivo
mafioso "senza di me avrebbe travolto non solo l'intero Partito democratico ma tutto
il Campidoglio".
Tre assessori, ovvero i big della fase due inviati da Renzi Causi-Esposito-Di Liegro, si erano dimessi già nel pomeriggio. Il commissario del Pd Roma Matteo Orfini da tempo aveva fatto capire che Marino non era più adatto. I consiglieri Pd, assieme a Sel, si erano ripromessi una mozione di sfiducia. Ora il commissariamento e le elezioni in primavera
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