2015-10-10 14:00:00

Mons. Gallagher: "Le tre sfide per costruire vie di pace”


“Il rispetto delle regole già esistenti, l’impegno nel dialogo e nel negoziato; la tutela dei diritti umani”: sono queste le tre sfide che si presentano all’umanità “per costruire una efficace e credibile via per la pace”. Così mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, intervenuto al convegno “I nuovi volti della guerra - Quali sfide per il diritto internazionale della pace?”, svoltosi a Roma per iniziativa dell’Istituto di Diritto internazionale della pace “G. Toniolo” e della Presidenza nazionale dell’Azione cattolica italiana. 

“Senza regole non c‘è pace possibile e duratura” 
Mons. Gallagher ha osservato che è necessario “interrogarsi sulla adeguatezza del diritto internazionale oggi per prevenire la guerra, fermare gli aggressori, proteggere le popolazioni… valorizzando gli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie e rafforzando i meccanismi e le possibilità del dialogo tra le parti contendenti, per evitare il più possibile soluzioni unilaterali”. 

L’impegno nel dialogo e nel negoziato
Un approfondimento importante, ha detto il Segretario per i rapporto con gli Stati, dovrebbe riguardare la cosiddetta “responsabilità di proteggere” che ha come proprio presupposto “l‘unione di fondo di tutti gli uomini tra loro e quindi delle Nazioni cui essi appartengono” e può prestarsi “ad essere declinato al fine di garantire il diritto dei profughi, costretti ad un allontanamento forzoso o comunque obbligato dalla propria terra, a farvi ritorno, a rientrare in possesso dei beni, che hanno dovuto abbandonare, ma soprattutto al fine di garantire loro il diritto di poter continuare a vivere in dignità e sicurezza nel proprio Paese e nel proprio ambiente”. La seconda sfida che attende la comunità internazionale riguarda l’impegno nel dialogo e nel negoziato, “un ambito - ha sottolineato mons. Gallagher - non ancora adeguatamente valorizzato”.

Il tema dei diritti umani e la libertà religiosa
La terza e ultima sfida concerne la tutela dei diritti umani, le cui problematiche sono, a detta del presule, “condizionate dalla concezione dell’uomo e dalle visioni antropologiche che i diversi ordinamenti accolgono o rifiutano”. Il tema dei diritti umani, ha ribadito mons. Gallagher, “non può prescindere dalla tutela della libertà religiosa che costituisce una risorsa feconda per uno sviluppo equilibrato della comunità nel suo insieme” come testimonia “tutta la ricchezza che la tradizione religiosa cattolica e le altre tradizioni cristiane, come pure di altre fedi, hanno apportato alla storia mondiale ed il modo in cui abbiano operato come fattore di reale progresso scientifico e sociale. Il recupero di una visione antropologica solida ed in grado di sostenere l‘umanità dinanzi alle sfide del terzo millennio non può prescindere dal recupero di un dialogo fecondo tra fede e ragione”. 

Il rischio dell'Europa è di divenire "un corpo senza anima"
​“Purtroppo - ha riconosciuto mons. Gallagher - l‘Europa ha interrotto questo dialogo tra fede e ragione, in parte anche bruscamente, nel corso degli ultimi due secoli, sino a commettere il grave e recente errore di disconoscere le proprie radici ebraico-cristiane”. Il rischio per il Vecchio Continente, è “divenire un corpo, magari anche apparentemente ben organizzato e molto funzionale, ma senza anima; il che è in profondo contrasto con la reale identità dell’Europa, invece ricca di storia, di tradizione e di umanità”. (R.P.)








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