Accogliere i rifugiati cristiani iracheni a gruppi di 4-500 famiglie, anziché concedere visti con il contagocce. E' il pressante appello ai governi occidentali rilanciato a Parigi da mons. Petrus Mouché, arcivescovo siro-cattolico di Mosul, ricevuto nei giorni scorsi al Quay d’Orsay.
La comunità siro cattolica rischia di scomparire
dall’Iraq
Da mesi, le famiglie cristiane di Mosul e dei villaggi
della piana di Ninive rifugiatesi a Erbil, nel Kurdistan iracheno, per fuggire dalle
persecuzioni dell’Is stanno lasciando i campi profughi diretti verso l’Europa e gli
Stati Uniti. Sono famiglie allo stremo, che con il passare del tempo hanno perso la
speranza di poter fare rientro nelle proprie case. Un esodo che, come è noto, i vescovi
iracheni dei vari riti hanno cercato invano di fermare, nel timore di una scomparsa
irreversibile della millenaria presenza cristiana in Iraq. Preoccupazione che riguarda
in particolare i siro-cattolici: “Se questa dispersione continua – avverte mons. Mouché
sulle pagine del quotidiano francese Le Figaro – la nostra comunità rischia di scomparire”.
Per fermare l’emorragia, secondo l’arcivescovo si Mosul, non resta che un’alternativa:
lasciar partire le famiglie siro-cattoliche insieme, a gruppi di 400-500 nuclei familiari.
“Raggruppate si sentiranno più forti, i loro bambini potranno essere scolarizzati
insieme, potranno continuare a parlare la propria lingua e a vivere la propria fede”,
ha affermato. L’obiettivo a lungo termine resta lo stesso: il ritorno nei loro villaggi,
attualmente sotto il controllo del Califfato: “Quando saranno liberati potranno rientrare
nelle loro case”.
La vera soluzione è la ripresa della Piana
di Ninive
L’ipotesi di un’accoglienza massiccia di rifugiati
cristiani incontra, peraltro, qualche riserva, non solo negli ambienti politici in
Francia, ma anche da parte di alcune organizzazioni cattoliche che temono che una
tale iniziativa possa essere controproducente. Mons. Pascal Golnish, direttore dell’”Oeuvre
d’Orient”, Associazione cattolica francese impegnata negli aiuti ai cristiani in Medio
Oriente, riconosce tuttavia l’esigenza che i rifugiati siro-cattolici accolti all’estero
mantengano i contatti tra loro. “Ma la vera soluzione per evitare la completa scomparsa
della presenza cristiana in Iraq – sottolinea – resta la ripresa della Piana di Ninive
e la messa in sicurezza di Qaraqosh e di tutti i villaggi dell’area”. (L.Z.)
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