2015-10-11 10:00:00

Sinodo, parlare alle famiglie in concreto senza astrazioni


Un clima di gioia e di vivace confronto ecclesiale. Descrive così queste prime giornate di Sinodo mons. Rodolfo Valenzuela Núñez, presidente della Conferenza episcopale del Guatemala secondo il quale una sfida da raccogliere per la Chiesa è quella di rinnovare e semplificare il linguaggio sui temi di matrimonio e famiglia. L’intervista è di Paolo Ondarza:

R. – É come sempre un’assemblea ecclesiale dove si respira la pace dello Spirito, sebbene ci siano dei diversi punti di vista. Forse ci saranno alcuni dibattiti, come sempre, però questo accade da sempre, fin dall’inizio della storia della Chiesa e non mi preoccupa. L’ambiente del Sinodo è un ambiente di pace. Dobbiamo avere un linguaggio capace di comunicare con le coppie, con le famiglie.

D. – Il linguaggio è inefficace?

R. – Penso di sì. Penso che a volte il nostro linguaggio sia molto filosofico, riguarda i concetti.

D. – Le sfide della famiglia in Guatemala…

R. – Da noi la principale sfida è la povertà. Questo ha delle conseguenze negative su tutte le famiglie. Ci deve essere un forte impegno per migliorarne le condizioni di vita.

Al Sinodo si sta parlando degli attacchi alla famiglia nella società odierna, ma anche della bella testimonianza di tante famiglie cristiane. Tante le sfide da affrontare. Ascoltiamo a questo proposito mons. Fülöp Kocsis, metropolita greco-cattolico e presidente del Consiglio della Chiesa Ungherese, al microfono di Paolo Ondarza:

R. – Noi dobbiamo valutare la situazione non soltanto sociologicamente, ma con l’ottica della fede: con la forza di questa speranza non c’è di che avere paura, perché la speranza è che noi siamo già salvati. Abbiamo parlato, per esempio, degli attacchi rivolti dal mondo alla Chiesa, ma non dobbiamo difenderci, però, perché Gesù Cristo ha già vinto il diavolo e ha vinto la morte. Questo punto di partenza, dunque, è molto importante.

D. – Dal suo punto di vista, l’approccio alle situazioni, alle sfide della contemporaneità, a volte rischia di eludere il problema del male?

R. – Questa è una sfida per la Chiesa: come parlare oggi della fede, come trovare il linguaggio per l’evangelizzazione? Ho fatto questa domanda ai Padri: occorre valutare spiritualmente la situazione. Vedo che tutti i Padri sinodali sentono questo compito di non dare soltanto una risposta sociologica, antropologica, ma veramente una risposta spirituale. Dobbiamo, dunque, guardare le sfide della famiglia in questa complessità.








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