2015-10-12 12:31:00

Bielorussia: quinto mandato presidenziale per Lukashenko


Con l’83% dei consensi Aleksander Lukashenko ha ottenuto in Bielorussia, il quinto mandato consecutivo dal 1994, vincendo le elezioni presidenziali. Primo a congratularsi per la vittoria, il Presidente russo Vladimir Putin attraverso un telegramma. Sconfitta per gli altri  tre candidati rimasti tutti sotto il 5%. E nella notte centinaia di persone sono scese in piazza nel centro di Minsk per protestare contro i brogli di quelle che sono state definite dall'opposizione ''elezioni presidenziali farsa''. Intanto oggi, l’ attenzione si sposta a Bruxelles, dove l’Unione Europea dovrebbe decidere se confermare o ammorbidire le sanzioni contro il Presidente bielorusso. Ma con questa vittoria quali scenari si aprono? Marina Tomarro lo ha chiesto ad Aldo Ferrari docente  presso l'Università Ca' Foscari di Venezia.

R. – E’ molto probabile che non succeda assolutamente nulla, la Bielorussia è uno dei Paesi più stabili di tutta l’ex Urss. Lukashenko è al potere ininterrottamente dal ’94 con percentuali molto, molto alte. Chiaramente questi successi che vanno dal 75 al quasi 90% sono dovuti al forte autoritarismo del potere che in sostanza impedisce la formazione di una vera e propria opposizione, però sono anche dovuti al sostanziale appoggio di gran parte della popolazione. Adesso è molto difficile stabilire quale sarebbe la situazione in un clima maggiormente democratico ma bisogna tenere presente che noi, in Europa, abbiamo un'opinione molto bassa della Bielorussia, però per la sua popolazione si tratta di una delle poche repubbliche – e lo sanno bene – che non ha conosciuto un tracollo economico vero e proprio negli anni ’90, dopo la fine dell’Urss, con un’economia limitata, mediocre, ma stabile, senza immigrazione, senza disoccupazione, con un benessere relativo ma non disprezzabile, molto meglio della vicina Ucraina. Quindi da questo punto di vista è molto probabile che la stabilità prosegua  nonostante la protesta degli oppositori che però sono piuttosto limitati.

D. – Proprio a proposito dell’Ucraina, Lukashenko ha svolto un ruolo di mediazione nella crisi dell’Ucraina: ci si aspetta a questo punto che le sanzioni dell’Unione Europea siano tolte?

R. – Francamente non me lo immagino ancora. La situazione rimane purtroppo bloccata e se in caso venissero tolte sarebbe perché la Russia è ormai coinvolta in Medio Oriente sia pure in maniera controversa e può tornare, forse dovrebbe tornare nella cooperazione internazionale per la soluzione delle tante crisi. Ma non credo che le elezioni in Bielorussia abbiano un impatto davvero importante sul rapporto tra l’Occidente e la Russia.

D. – Qual è il ruolo della Bielorussia nello scacchiere geopolitico in questo momento, secondo lei?

R. – Piuttosto limitato ma anche in questo caso stabile. Questa sua mediazione deriva proprio dal fatto che la Bielorussia è fortemente interessata a mantenere buoni i rapporti con la Russia, alla quale è legatissima e dalla quale dipende soprattutto per le forniture energetiche, ma anche a sviluppare nella misura del possibile, cioè senza pregiudicare il potere di Lukashenko, rapporti di collaborazione con l’Occidente, in particolare con l’Europa. Da questo punto di vista, pure nella sua limitatezza di mezzi, offre un contesto stabile e sicuro e quindi può proporsi con una certa efficacia quale mediatore ma sempre rimanendo nei limiti abbastanza ristretti della sua effettiva capacità di agire.








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