2015-10-12 07:57:00

Turchia: proteste e dolore nelle manifestazioni dopo la strage


Proteste e cordoglio hanno scandito la giornata di ieri in Turchia durante manifestazioni organizzate per commemorare le vittime, almeno 128, dell’attentato di sabato scorso ad Ankara. Papa Francesco ha espresso il proprio dolore per la “terribile strage”. Il duplice attacco kamikaze non è stato ancora rivendicato, ma la prime indagini, secondo gli inquirenti, fanno ritenere che sia stato compiuto da miliziani del sedicente “Stato” islamico. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Papa Francesco in un telegramma, indirizzato al presidente turco Erdogan, deplora “l’atto barbaro” ed esprime “vicinanza spirituale a tutte le famiglie colpite”. E all’Angelus manifesta il proprio grande dolore:

“Dolore per i numerosi morti. Dolore per i feriti. Dolore perché gli attentatori hanno colpito persone inermi che manifestavano per la pace”.

Le vittime della strage - almeno 128 secondo fonti dell’opposizione, 95 secondo il governo - sono soprattutto giovani, studenti, lavoratori e attivisti filo curdi. Per ricordare i loro volti e soprattutto il loro impegno per la pace, migliaia di persone si sono radunate ieri ad Ankara. I manifestanti hanno anche protestato contro il governo di Erdogan, considerato il vero responsabile della strage. Per l’esecutivo turco, invece, i responsabili dell’attentato sarebbero miliziani del sedicente Stato islamico. Un attentatore è stato identificato. Si tratta di un uomo di 25 anni. Potrebbe essere, secondo gli inquirenti, il fratello più grande dell'attentatore suicida di Suruc, città al confine con la Siria dove lo scorso 20 luglio sono morte 34 persone. L’aviazione turca, intanto, ha compiuto nuovi raid aerei contro obiettivi del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) uccidendo almeno 49 persone.








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