2015-10-13 14:00:00

Appello vescovi Australia: non emarginare i disabili mentali


Non stigmatizzare le persone affette da malattia mentale perché anch’esse fanno parte della Chiesa, Corpo di Cristo: questo l’appello lanciato da mons. Terry Brady, presidente della Commissione episcopale per la vita pastorale e del Consiglio cattolico per la disabilità in Australia. Il presule è intervenuto in occasione della Settimana di sensibilizzazione sulla salute mentale, celebrata dal 4 al 10 ottobre e conclusa dalla Giornata mondiale della salute mentale, quest’anno dedicata al tema “La salute mentale comincia da me!”.

Disabili mentali partecipino pienamente alla vita delle comunità
“I malati mentali ed i loro familiari – ha detto mons. Brady – spesso possono sentirsi isolati dalla loro comunità di fede e quindi isolati da Dio”. Ma tale isolamento, ha messo in guardia il presule, “è spesso causato da uno stigma sociale: l’idea che la malattia mentale è un problema caratteriale o una punizione divina”. Di qui, il richiamo del vescovo australiano alle tante opportunità che permettono ai disabili mentali di “partecipare pienamente alla vita della comunità”: si tratta di opportunità “in parte visibili ed in parte ancora da identificare”; tuttavia, una volta riconosciute, “si può lavorare insieme per far sì che tutti i doni della Chiesa, Corpo di Cristo, possano essere condivisi da ciascun membro”.

L’importanza del benessere spirituale
Ricordando, poi, nel 2015 un australiano su cinque ha sperimentato o sperimenterà la malattia mentale, mons. Brady ha sottolineato la responsabilità di ciascuno nella sensibilizzazione su questo tema ed ha ricordato che “la salute mentale è una parte vitale della pastorale della Chiesa”. Le parrocchie, infatti – ha concluso – “possono mettere in luce le qualità ed i talenti dei disabili mentali, offrendo ad essi ed alle loro famiglie una rete di sostegno”, anche attraverso un’attenzione particolare per “il loro benessere spirituale”. (I.P.) 








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