2015-10-13 14:27:00

Indagine su giovani romani: famiglia resta punto fondamentale


Tra i giovani romani la famiglia rimane un punto di riferimento solido, mentre diminuiscono l’impegno nel volontariato e l’interesse politico. E’ quanto emerge dalla ricerca “Capitale adolescenti. La sfida del passaggio all’età adulta in una società complessa”, realizzata dai Salesiani di Roma in collaborazione con l’Istituto Toniolo e l’Università Cattolica di Milano e presentata oggi in Campidoglio. Il servizio di Michele Raviart:

Famiglia, scuola, benessere e valori. Su questi grandi temi 700 adolescenti romani iscritti ai primi tre anni di licei, istituti tecnici e professionali hanno espresso le loro opinioni nella ricerca promossa dai salesiani. I ragazzi, per la maggior parte nati tra il 1998 e il 2000, dicono di avere un’alta considerazione della famiglia, come spiega Elena Marta, docente di Psicologia Sociale di Comunità dell’Università Cattolica di Milano:

“Dai dati emerge che la famiglia è e continua a rimanere un punto di riferimento fondamentale per questi ragazzi, dove i ragazzi trovano supporto, dove possono comunicare con entrambi i genitori. E’ un po’ meno ‘famiglie delle regole’, ‘famiglia delle norme’. E’ una famiglia in cui poco si parla e si discute dei temi sociali, in cui lo stile educativo va verso l’individualismo e la sfiducia nel sociale. Un dato che ci ha molto colpito è che mentre qualche anno fa il genitore che era più citato dai ragazzi, con cui i ragazzi dicevano di avere relazioni più buone, era sempre la madre, sia che fossero maschi sia che fossero femmine; questi dati, invece, mettono in evidenza come per i maschi il padre sia tornato ad essere punto di riferimento”.

La scuola è percepita in maniera tendenzialmente positiva e le relazioni con i compagni sono molto buone, meno quando si tratta di compagni stranieri (il 16% del campione). I ragazzi si dicono soddisfatti della loro vita e hanno una buona autostima, anche se nelle ragazze il grado di felicità è più basso. Dal punto di vista sociale solo il 5 per cento fa volontariato e appena l’1,27 per cento si interessa di politica. I luoghi di aggregazione preferiti sono strade, piazze e case private mentre agli ultimi posti si trovano discoteche e locali notturni. L’oratorio è frequentato dall’8,4 per cento di loro, dato che rientra in una tendenza che vede i giovani sempre più lontani dalle istituzioni, siano anche quelle impegnate nel sociale. Nel bicentenario della nascita di Don Bosco l’obiettivo della ricerca “Capitale adolescenti” è quindi quello di fotografare la situazione per porre le basi di un progetto educativo di ampio raggio. Don Leonardo Mancini, superiore salesiano per l’Italia centrale:

“La parola ‘capitale’ ha un doppio significato: indica il raggio di azione della ricerca, che appunto riguarda la città di Roma, ma è soprattutto indicazione di quanto sia preziosa e importante la realtà degli adolescenti, dei ragazzi. Don Bosco definiva i ragazzi  ‘la porzione più delicata e preziosa della società umana’. Allora, sono davvero un capitale, sono un bene – direi – assoluto, un bene inestimabile, un bene perché ci sono! Dire salesiani è dire educazione e quando si educa non si può prescindere da un progetto educativo: il progetto si propone un punto di arrivo. Don Bosco parlava di ‘buoni cristiani, onesti cittadini e felici abitatori del cielo un domani’, ebbene questo è un obiettivo evidentemente molto, molto ampio, però qualsiasi sia l’obiettivo che ci pone, bisogna capire il punto da cui si parte”.








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