Il card. Loris Capovilla, l'antico 'contubernale' di Giovanni XXIII come lui stesso
ama definirsi, compie oggi 100 anni. Un compleanno che il più anziano vescovo e cardinale
d'Italia, ha deciso - come riferisce l'agenzia Adnkronos - di celebrare "in silenzio
e preghiera" nella sua casa di Sotto Il Monte, in provincia di Bergamo, circondato
solo dai parenti più stretti. Unica eccezione, la telefonata che il cardinale ha ricevuto
dal Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, che gli ha espresso
gli auguri più affettuosi.
Il compleanno con i profughi africani
Ma per il suo genetliaco centenario, il cardinale aveva espresso un desiderio "Che
bello - aveva confidato - se potessi trascorrere quel giorno con i profughi accolti
a Sotto il Monte". Desiderio esaudito, incontrando Issa, venuto dal Mali, accolto
nella Comunità Villa San Francesco di Facen di Belluno, fondata dall'allora patriarca
di Venezia - poi Papa Giovanni XXIII - Angelo Roncalli. "Sono contento di essere
vissuto in questo mondo", confessa al giovane africano, "Io ormai ho finito la mia
corsa e tu la comici", dice. "Dai il tuo contributo per la civiltà dell'amore perché
non ce ne è un'altra, non c'è la civiltà della tecnica, della potenza o delle armi.
A me sono tanto cari i miei fratelli cristiani, lo so, ma lo sono ugualmente nella
stessa misura, mi sono cari tutti gli uomini e donne di questo mondo. "Issa, che
Dio ti benedica" gli dice Capovilla, abbracciandolo. Rivolgendosi, poi, agli altri
profughi e immigrati, arrivati da lui, aggiunge "Amo il vostro Paese, penso alla
vostra mamma, penso alla vostra giovinezza. Avrete molte difficoltà ma se siete fedeli
a Dio avrete anche qualche consolazione. Siamo tutti fratelli".
L'ottimismo per il futuro dell'Italia
A chi gli chiede se nei suoi 100 anni si sente ancora ottimista, il cardinale risponde:
"Come posso essere pessimista io, dopo aver incontrato uomini come Papa Giovanni,
Paolo VI, gli altri Papi, Giorgio La Pira, Giuseppe Lazzati, Giuseppe Dossetti, Alcide
De Gasperi, Aldo Moro. No, non siamo allo sbando. La nostra storia è storia di bellezza,
di verità, di giustizia e di amore. Noi intendiamo ancora calcare queste orme. E andare
ben oltre".
Ordinato sacerdote nel 1940
Nato a Pontelongo, orfano del padre a sette anni, trasferitosi con la madre e la sorella
a Mestre nel 1929, Capovilla è stato ordinato sacerdote nel '40. Di lì a poco l'entrata
in guerra dell'Italia che ne ferma la prosecuzione degli studi. Nel frattempo viene
impegnato come coadiutore parrocchiale, catechista, insegnante, cerimoniere, cappellano.
Destinato al Corpo di spedizione in Russia, ma ritenuto inadatto, è inviato all'aeroporto
di Parma per l'assistenza religiosa. Qui lo coglie l'armistizio del '43 e strappa
alcuni avieri all'internamento. Ritornato a Venezia a dicembre, anche perché malato,
lo fanno cappellano dell'ospedale per gli infettivi a Santa Maria delle Grazie.
Ha servito per decenni Papa Roncalli
Nel dopoguerra invece lavora nei media: i commenti al Vangelo dalla Rai di Venezia,
la direzione della 'Voce di San Marco', della pagina locale dell''Avvenire d'Italia'.
Roncalli, che l'aveva già incontrato nella laguna e a Parigi, lo vuole subito con
sé. Il resto è noto: dopo il fedele decennale servizio a Roncalli, gli è sopravvissuto
per più di cinquant'anni, continuando a servirlo e ad essergli 'contubernale' nella
comunione dei santi, raccogliendone l'eredità. Nel 1967, Capovilla diventa vescovo
di Chieti, per poi passare a Loreto. Alle dimissioni, nel 1988 a 73 anni, va ad abitare
a Sotto il Monte Giovanni XXIII, in provincia di Bergamo, paese natale di Roncalli.
È qui che il 12 gennaio 2014 accoglie, con sorpresa, la nomina a cardinale. (R.P.)
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