2015-10-14 12:32:00

Papa: chiedo perdono per gli scandali a Roma e in Vaticano


Chiedo perdono “per gli scandali che in questi ultimi tempi sono avvenuti sia a Roma che in Vaticano”. Il Papa ha iniziato con queste parole l’udienza generale di stamattina in Piazza San Pietro, dedicata a una riflessione sulle “promesse” che i genitori fanno ai loro figli mettendoli al mondo e sulle quali, ha detto, Dio veglia. Francesco ha poi concluso chiedendo preghiere per il Sinodo e levando un appello per la prossima Giornata mondiale del Rifiuto della miseria. Il servizio di Alessandro De Carolis:

“Guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo”. Difficilmente non procura un brivido questa frase di Gesù. Questo avvertimento così pacato, definitivo, e così dirompente tra le parole di accoglienza, perdono, amore che riempiono il Vangelo.

“In nome della Chiesa, vi chiedo perdono”
Il brano di Matteo che introduce l’udienza generale, e che servirà per sviluppare la sua catechesi, viene anzitutto utilizzato da Papa Francesco come premessa per una affermazione che, come le parole di Cristo, risuona tra la folla di Piazza San Pietro con un’eco che impressiona:

“Io vorrei, prima di iniziare la catechesi, in nome della Chiesa, chiedervi perdono per gli scandali che in questi ultimi tempi sono avvenuti sia a Roma che in Vaticano, vi chiedo perdono”.

La promessa che chiede lealtà
Il tema dello scandalo e del perdono lega le considerazioni che Francesco, con acume e delicatezza, fa parlando di un aspetto specifico della vita di famiglia, “le promesse ai bambini”. Non tanto, dice, la caramella data per distoglierli da un capriccio o qualsiasi altro “trucchetto” di un genitore escogitato per tenerli buoni. La promessa di cui parla il Papa è quella che una mamma e un papà fanno al loro figlio nel momento stesso in cui desiderano metterlo al mondo. Una promessa che non ammette superficialità:

“Tutti diciamo: i bambini sono una promessa della vita. E siamo anche facili a commuoverci, dicendo ai giovani che sono il nostro futuro, è vero. Ma mi domando, a volte, se siamo altrettanto seri con il loro futuro, con il futuro dei bambini e con il futuro dei giovani! Una domanda che dovremmo farci più spesso è questa: quanto siamo leali con le promesse che facciamo ai bambini, facendoli venire nel nostro mondo?”.

I bambini si aspettano amore
Ciò che promettiamo, elenca Francesco, sono “accoglienza e cura, vicinanza e attenzione, fiducia e speranza”. In una parola, “amore”:

“L’amore è la promessa che l’uomo e la donna fanno ad ogni figlio: fin da quando è concepito nel pensiero. I bambini vengono al mondo e si aspettano di avere conferma di questa promessa: lo aspettano in modo totale, fiducioso, indifeso. Basta guardarli: in tutte le etnie, in tutte le culture, in tutte le condizioni di vita! Quando accade il contrario, i bambini vengono feriti da uno ‘scandalo’, da uno scandalo insopportabile, tanto più grave, in quanto non hanno i mezzi per decifrarlo”.

Dio ama i bambini
Anzi, rimarca il Papa, “la loro spontanea fiducia in Dio non dovrebbe mai essere ferita, soprattutto quando ciò avviene a motivo di una certa presunzione (più o meno inconscia) di sostituirci a Lui”:

“Il tenero e misterioso rapporto di Dio con l’anima dei bambini non dovrebbe essere mai violato. E’ un rapporto reale, che Dio lo vuole e Dio lo custodisce. Il bambino è pronto fin dalla nascita per sentirsi amato da Dio, è pronto a questo. Non appena è in grado di sentire che viene amato per sé stesso, un figlio sente anche che c’è un Dio che ama i bambini”.

Lo sguardo dei bambini è lo stesso di Gesù
Ed è proprio l’amore dei genitori per i figli, afferma Francesco, a portare in sé “una scintilla di quello di Dio”:

“Voi, papà e mamme (...) siete strumento dell’amore di Dio e questo è bello, bello, bello! Solo se guardiamo i bambini con gli occhi di Gesù, possiamo veramente capire in che senso, difendendo la famiglia, proteggiamo l’umanità! Il punto di vista dei bambini è il punto di vista del Figlio di Dio”.

Preghiere per il Sinodo e il saluto a 33 minatori cileni
Il Papa, che aveva iniziato l’udienza generale portando un saluto ai 700 malati ospitati al riparo in Aula Paolo VI per via del brutto tempo, l’ha conclusa chiedendo a tutti preghiere perché il Sinodo prenda “le decisioni che meglio convengono alla famiglia e sulla famiglia”, rivolgendo poi tra gli altri un saluto ai 33 minatori cileni, presenti in Piazza San Pietro, che nel 2010 rimasero intrappolati per 70 giorni nelle viscere della terra e che furono tutti salvati grazie a una complessa e prodigiosa opera di recupero. “Credo che qualcuno di loro potrebbe venire qui a raccontarci che cosa significa speranza”, ha commentato Francesco, che ha poi levato un appello per la Giornata mondiale del Rifiuto della miseria di sabato prossimo:

“Questa giornata si propone di accrescere gli sforzi per eliminare l’estrema povertà e la discriminazione, e per assicurare che ciascuno possa esercitare pienamente i propri diritti fondamentali. Siamo tutti invitati a fare nostra questa intenzione, perché la carità di Cristo raggiunga e sollevi i fratelli e le sorelle più poveri e abbandonati”.








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