2015-10-15 14:30:00

Ban Ki-moon ringrazia l'umanità dell'Italia per i migranti


Grazie all’Italia per la sua umanità e il suo coraggio nella tragedia umanitaria dei migranti: è così che Ban Ki-moon rende merito agli italiani per tutti gli sforzi fatti e per tutte le vite salvate, e per come hanno risposto “alla più grande crisi migratoria dalla fine della Seconda Guerra mondiale”.  Davanti alle più alte cariche istituzionali del Paese - che ha incontrato a Roma per il 60° anniversario dell'ingresso dell'Italia nell'Onu - il Segretario generale dell’Onu ripete che l’accoglienza dei migranti è una responsabilità che riguarda tutti, che “deve essere equamente condivisa” e che la “vicinanza geografica non significa responsabilità esclusiva verso i migranti”. Non ci sono due categorie nell’immigrazione forzata, dice poi, non ci sono i meritevoli e i non, ma “solo persone che  hanno bisogno di aiuto”, e tutti devono godere di protezione.  

Ban Kii-moon cita l’enciclica di Francesco, la ‘Laudato sì’
Il Segretario generale dell'Onu ha citato l'enciclica papale per sollecitare l’Italia ad essere ancora “più ambiziosa per realizzare un’economia a bassa emissione di carbonio”. Un appello è poi rivolto verso la Libia, “stiamo affrontando il tema di una soluzione”, dice Ban, che chiede ai leader libici di sostenere gli sforzi per poter “realizzare le ambizioni della rivoluzione del 2011”. Un anniversario questo sessantesimo che vedrà l’Italia aumentare, con la legge di stabilità, l’impegno per la cooperazione internazionale: questa la promessa del premier Renzi a Ban Ki-moon. L’Italia ha bisogno dell’Onu e l’Onu ha bisogno del cuore, della passione  e della generosità italiane, dice Renzi che, evocando la tragedia di Srebrenica, e il grande fallimento che il massacro segnò nella vita delle Nazioni Unite, chiede un impegno affinché “certe pagine non si ripetano più”. (A cura di Francesca Sabatinelli)








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