2015-10-16 13:48:00

Ouellet: raggiungere divorziati risposati, ma senza cambiare dottrina


Al Sinodo si dibatte sull’ammissibilità di una via penitenziale per i divorziati risposati in vista di una loro partecipazione ai Sacramenti. Dal cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, l’invito a non tradire la dottrina e a considerare con attenzione l’effettiva validità di matrimoni contratti dai divorziati risposati civilmente. Ascoltiamo il porporato al microfono di Paolo Ondarza:

R. – Il Santo Padre ci ha detto all’inizio che il Sinodo non cambierà la dottrina, ma cerca una pastorale adeguata. Quindi, per raggiungere i divorziati risposati ci vuole un dialogo, un chiarimento. Si discute su questa via penitenziale. Io penso che si debba chiarire bene la questione del matrimonio valido: se il matrimonio è nullo, si deve chiarire attraverso le procedure giudiziarie; altrimenti, se il vincolo coniugale e sacramentale indissolubile c’è, lì non possiamo – senza cambiare la dottrina – proporre un accesso ai sacramenti, perché è un punto dottrinale. Ma certamente tante persone che sono divorziate e risposate non hanno chiarito bene a loro stessi cosa è accaduto nella loro vita. In questo senso, bisogna condurre un dialogo per ascoltare bene la loro storia, verificare veramente la sacramentalità del vincolo.

D. – E’ importante, dal suo punto di vista, riproporre quanto contenuto nell’Esortazione apostolica “Familiaris consortio”, quando si dice che lo stato di un divorziato risposato contraddice oggettivamente l’unione tra Cristo e la Chiesa, significata e attuata dall’Eucaristia?

R. – Sì, la posizione di “Familiaris consortio” è la dottrina tradizionale della Chiesa che è stata confermata da San Giovanni Paolo II e anche da Papa Benedetto. Quando ci riferiamo alla dottrina ci riferiamo a questo: questa è la norma che ci permette di costruire e di cercare una pastorale, cioè andare incontro alle persone che si trovano in queste situazioni e offrire loro una riconciliazione; se non sarà totalmente sacramentale, almeno si potranno ricostruire i legami con la comunità ecclesiale. Come il Papa ha ripetuto parecchie volte, non si deve ridurre tutto alla questione “dare o non dare la Comunione”. Questo è un modo sbagliato di presentare questa problematica.

D. – I giornali danno ampio risalto all'episodio, riferito dall’Aula del Sinodo, di un bambino, figlio di divorziati risposati, che all’atto della Comunione ha spezzato l’Eucaristia per condividerla con i genitori: episodio commovente. Che cosa viene a dire alla riflessione sulla misericordia qui, all’Aula del Sinodo?

R. – E’ un fatto bellissimo: il gesto di quel bambino è bellissimo e ci fa toccare il dolore di non poter ricevere la Comunione. Ma non dobbiamo dimenticare che i genitori che sono lì continuano ad essere uniti alla comunità, ad ascoltare insieme la Parola, a offrire il Santo Sacrificio … cioè, c’è tutta una comunione ecclesiale reale che si vive anche da parte delle famiglie che si trovano in situazioni difficili.

D. – Può rappresentare addirittura un esempio di catechesi in famiglia, di come portare la croce, quella di un genitore divorziato e risposato civilmente che non riceve la Comunione? Un esempio per i propri figli?

R. – Certamente. Se la Chiesa non autorizza la Comunione, non è perché pensa che questo peccato non possa mai essere perdonato. Dio perdona il peccato dei divorziati e risposati, lo perdona: su questo non c’è dubbio e la Chiesa lo proclama. Ma la Chiesa celebra e rispetta nel Sacramento dell’Eucaristia Cristo sposo nel suo dono alla Chiesa; allora, la Chiesa chiede ai suoi figli di partecipare a questo rispetto e quando c’è questa contraddizione (nella donazione matrimoniale; ndr) perché c’è un secondo partner, chiede l’astensione dalla Comunione: questa è espressione del rispetto della Chiesa per il suo Sposo divino. Non è che la persona non è mai perdonata o che non sia in comunione con Dio: al contrario. Il sacrificio che deve fare di non ricevere la Comunione e di trovarsi in qualche modo a disagio è anche un modo di essere unito a Cristo crocifisso …








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