2015-10-19 12:33:00

I coniugi Rojas (Focolari): è lo Spirito Santo che guida il Sinodo


Camminare insieme ad altre famiglie è un sostegno, un’occasione di crescita reciproca e un aiuto alla costruzione di una società fraterna. Questa la testimonianza di due uditori laici al Sinodo: Maria Angelica e Luis Haydn Rojas Martinez, una coppia del Movimento dei Focolari, impegnata nella pastorale famigliare in Colombia. Paolo Ondarza li ha intervistati:

R. – (Luis) Noi accompagniamo tante famiglie, facendo incontri di formazione, e quando c’è una difficoltà, facciamo un lavoro di mediazione familiare, avendo studiato e essendoci specializzati in questo.

R. – (Maria Angelica) Andiamo avanti insieme, ci aiutiamo a vicenda, per capire che veramente l’amore si può rinnovare ogni giorno.

D. – Formazione, quindi, durante il matrimonio, e anche prematrimoniale?

R. – (Maria Angelica) Anche prematrimoniale, perché ci rendiamo conto che quando cresciamo come comunità, si può andare avanti veramente in tutte le tappe della vita.

R. – (Luis) Nel nostro Movimento dei Focolari, i giovani si cominciano a formare da piccoli, perché capiscano e imparino come deve essere la famiglia.

D. – Ma concetti come quelli dell’amore “per sempre” che la Chiesa propone, quindi l’indissolubilità del matrimonio, davvero sono così difficili da trasmettere alle coppie, alle famiglie…

R. – (Maria Angelica) E’ un concetto che si deve far vita, perché l’indissolubilità non è un peso: è veramente un amore che si trasforma giorno dopo giorno, che è creativo, che si assume la responsabilità delle difficoltà, della malattia, del rimanere senza lavoro, di fronte a qualche crisi reciproca. E così l’amore si rinnova. L’amore non è soltanto un sentimento, l’amore è anche una decisione: “Io voglio amare”. Sicuramente non è sempre facile: devo dare la mia vita. Allora amare nel quotidiano vuol dire forse chiedere perdono, guardare insieme la partita di calcio, accompagnare il figlio che è ammalato…

D. – Perché si fatica tanto oggi a pensare in una prospettiva del “per sempre”?

R. – (Luis) La cultura di oggi fa pensare che le nuove generazioni non si vogliano assumere responsabilità a lungo termine; anche di fronte alle difficoltà, non si parla più di sacrificio per l’altro perché è troppo difficile e si crede che il matrimonio non sia possibile. E’ una mentalità, infatti, una cultura, la nostra, che ci parla tanto del benessere, del non assumersi responsabilità. Per questo noi vogliamo dire con la nostra testimonianza: la proposta del Vangelo di Gesù, ancora oggi dopo duemila anni, continua ad essere viva e possibile!

D. – Secondo la vostra esperienza, è possibile un’inclusione nella vita della Chiesa di persone divorziate risposate, a prescindere dall’accesso ai Sacramenti?

R. – (Maria Angelica) Certo, loro si devono sentire inseriti nella Chiesa, perché anche questa comunione con Gesù, non solo la ricevono sacramentalmente, ma possono riceverla anche attraverso l’altro. Gesù ha detto: “Quello che avete fatto all’altro, lo avete fatto a me”.  Vuol dire che nell’altro c’è Gesù e che la Chiesa accoglie tutti. Allora accoglie anche le famiglie in difficoltà certamente, perché tutti siamo figli della Chiesa. E queste famiglie si sentono inserite proprio nella Chiesa e possono vivere il Vangelo, possono vivere la Parola, possono amare, possono essere generosi dedicandosi ai servizi di carità. Se noi ci amiamo, proclamiamo Gesù allora siamo inseriti nella Chiesa. Anche i divorziati risposati possono avere questa comunione con Gesù nell’altro.

D. – E’ difficile spiegare loro questo, quando chiedono, se chiedono, di voler fare la Comunione?

R. – (Maria Angelica) No. Se loro sentono l’amore e non sentono questa differenza con una famiglia cosiddetta “regolare” che non li giudica: loro sono inseriti, perché anche loro possono vivere l’amore.

D. – Indipendentemente dall’accesso al Sacramento?

R. – (Maria Angelica) Certo, ognuno si santifica con la propria croce. Certo, è un dolore non accedere al Sacramento, a Gesù Eucaristia. Ma quello non vuol dire che siano fuori dalla Chiesa, sono inseriti anche in questo amore.

R. – (Luis) Anche perché non è l’unica presenza di Gesù: Gesù è presente nella Parola, non soltanto nell’Eucaristia.

D. – Che cosa vuol dire per voi partecipare a questa esperienza di Chiesa universale?

R. – (Maria Angelica) E’ una meraviglia, veramente, ringraziamo Dio. Sentiamo che la Chiesa va avanti. Questo ascolto profondo di ogni Padre sinodale, di ognuna delle famiglie, delle testimonianze, dimostra che lo Spirito Santo guida. E questo cammino che il Papa ci affida, della misericordia nella verità, è veramente una meraviglia!








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