Il governo del Nicaragua, presieduto da Daniel Ortega, ha dichiarato "non attuabile" l'inizio dell’attività mineraria nel comune di Rancho Grande, Matagalpa, attraverso una dichiarazione ufficiale. Secondo le informazioni pervenute all’agenzia Fides, il 3 ottobre i residenti della zona avevano espresso la loro opposizione al progetto con una marcia molto numerosa, promossa dal vescovo della diocesi di Matagalpa, mons. Rolando José Álvarez Lagos, chiedendo un referendum per decidere sull’attività delle miniere nel Comune. Il governo ha anticipato la sua decisione a mons. Alvarez, raggiunto telefonicamente da un alto rappresentante governativo.
Le miniere danneggerebbero agricoltura e allevamento
“Voglio sottolineare l'azione del governo di dichiarare il progetto irrealizzabile,
perché ha ascoltato la voce dell’affollata marcia che abbiamo svolto" ha detto mons.
Alvarez. Alla marcia si stima abbiano partecipato più di 15.000 persone. La settimana
scorsa mons. Alvarez aveva informato i media che la comunità civile aveva assunto
la difesa dell'ambiente a Rancho Grande perché si tratta di una terra fertile per
l'agricoltura e l'allevamento. Malgrado rimangano insoluti alcuni dubbi sulla “contro
marcia” svoltasi a favore dell’attività mineraria nella regione, e la partecipazione
dell’impresa B2Gold ad uno studio fatto nella zona, sembra che l'atteggiamento delle
autorità sia volto a cercare di evitare il ripetersi di situazioni come quella della
località mineraria di El Limon.
Negli scontri con i minatori la polizia ha fatto irruzione in una chiesa
Sabato scorso un gruppo di agenti di Polizia sabato scorso era entrato di forza nella
chiesa e nella canonica di Santa Barbara, nella località di Mina el Limón (Nicaragua)
e avrebbe provocato danni all’interno dell’edificio sacro. Lo ha denunciato la diocesi
di León. Numerosi agenti in assetto antisommossa hanno lanciato bombe lacrimogene
e sparato proiettili di gomma. Secondo la popolazione locale - riferisce l'agenzia
Sir - numerosi sono stati gli episodi d’incursioni nelle case, dalle quali sono stati
catturati uomini e donne. In questo contesto c’è stata anche l’incursione nella chiesa,
come ha denunciato padre Víctor Morales, incaricato per le comunicazioni della diocesi
di León. Secondo il sacerdote, “la Polizia pensava di trovare nella chiesa persone
rifugiate all’interno e intendeva catturarle. Se le cose si sono svolte in tal modo,
la Chiesa denuncia questi atti come un sacrilegio”. (C.E.)
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