È allarme in Brasile per la sorte di tanti bambini di strada che perdono la vita in maniera violenta. Le stime sono approssimative, ma c’è chi parla di decine di minori uccisi ogni giorno, soprattutto nelle periferie delle grandi città. Solo da poco il fenomeno, purtroppo non nuovo, si è riproposto con forza al centro dell’attenzione della stampa locale e anche delle televisioni. Il quotidiano di Salvador da Bahia «A Tarde» - riferisce L’Osservatore Romano - ha recentemente denunciato questa tragedia spesso colpevolmente lasciata sotto silenzio, dandone un quadro complesso.
Vittime di sfruttatori senza scrupoli
Il dramma dei bambini brasiliani infatti ha contorni indefiniti, a tratti inquietanti.
I piccoli mendicanti molto spesso finiscono nelle mani di sfruttatori senza scrupoli,
in alcuni casi la loro morte è il danno collaterale di regolamenti di conti. In altri
casi rimangono vittime di operazioni contro la criminalità, compiute, se non altro,
con scarsa attenzione all’incolumità dei minori. Episodi che hanno alimentato il sospetto
di quanti affermano che approfittando delle operazioni di polizia qualcuno possa essere
tentato dalla possibilità di sperimentare una giustizia sommaria, a carico dei piccoli
senza tetto che spesso si rendono colpevoli di atti di microcriminalità.
Vittime della giustizia sommaria
Su questo punto è intervenuto, sullo stesso «A Tarde», mons. Murilio Sebastião Ramos
Krieger, arcivescovo di São Salvador da Bahia. Di fronte alla possibilità di comportamenti
ispirati dalla volontà di una giustizia fai da te, il presule esorta a ripensare che
«è violenza anche la corruzione, la distruzione dell’ambiente (vedi la foresta amazzonica)
e degli indios, lo spaccio della droga, la schiavitù bianca praticata nelle innumerevoli
tenute agricole del Paese», realtà da cui i meninos sono lontani. «Perché non allargare
lo sguardo — ha detto l’arcivescovo — e denunciare anche queste forme di violenza,
anziché prendersela solo con i bambini poveri, neri, facilmente identificabili?».
L’attività della Chiesa a favore dei meninos
L’arcivescovo ha proseguito ricordando l’attività della Chiesa a favore dei meninos
da rua, che tenta di educarli attraverso la Pastoral da criança, ispirata dalla dottoressa
Zilda Arns, morta durante il terremoto che nel 2010 ha colpito Haiti, dove si era
recata per avviare anche lì analoghe iniziative per l’infanzia. «Grazie a lei — ha
aggiunto il presule — la Chiesa in Brasile è impegnata nell’assistenza ai bambini
in 3.821 municipi, interessandosi di un milione e centomila piccoli fra i 3 e i 6
anni. Per essi lavorano a tempo pieno 198.000 volontari (88,2% donne e 11,8% uomini),
evitando discriminazioni di carattere religioso, sociale ed economico, nonché schivando
ogni forma di proselitismo, indegna in un cristiano che lavora per il bene dei fratelli
più bisognosi». L’arcivescovo di São Salvador da Bahia ha sottolineato che la Pastoral
da criança «mira a obiettivi ben definiti, canalizzando le attività in tre direzioni:
lotta contro la mortalità infantile, la denutrizione e l’emarginazione sociale. L’esperienza
ci ha insegnato — ha aggiunto — che la soluzione dei problemi dipende dal cambiamento
del tessuto sociale e dal mettere al primo posto, e quindi ben visibili, le necessità
dei poveri e degli indifesi, più vittime che responsabili delle violenze che scuotono
l’opinione pubblica».
23mila i minori detenuti in Brasile
Secondo cifre che peccano per difetto, negli ultimi cinque anni il numero dei minori
detenuti è cresciuto dell’8%, raggiungendo le 23.000 unità; dato che indicherebbe
un considerevole aumento di ragazzi implicati in delitti di vario genere, compresi
furti, assalti, omicidi, stupri. Si tratta di minori costretti a essere dalla parte
degli aggressori o delle vittime, dei vincitori o degli sconfitti, della causa buona
o cattiva, irretiti nelle oneste come nelle losche partite. Realtà che hanno spinto
politici e magistrati a chiedere di abbassare la soglia della punibilità, appoggiati
dalla Chiesa cattolica. La quale, ha sottolineato l’arcivescovo Ramos Krieger, «chiede
più scuole, maggior lotta alla corruzione, maggiore giustizia sociale». (A
cura di padre Egidio Picucci)
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