2015-10-22 14:00:00

Filarmonica Romana: al via la stagione con la Carmen di Bizet


La Carmen di Bizet rivisitata dall’Orchestra di Piazza Vittorio inaugura giovedì sera la nuova stagione della Filarmonica Romana. E’ una versione fantasiosa di una delle più celebri opere di tutti i tempi, con più di venti artisti sul palco e un finale sorprendente. La regia è di Mario Tronco, la direzione musicale di Leandro Piccioni: il risultato è un affresco di atmosfere e sonorità che arrivano da Brasile, India, Spagna, Tunisia, marchio di un’Orchestra che nel mondo porta un messaggio potente di fratellanza e integrazione. Il servizio di Gabriella Ceraso:

E’ in una strana carovana di gitani, provenienti da varie parti del mondo, che dal Rajasthan indiano vanno verso la Spagna, che si sviluppa la storia della Carmen multietnica dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Una storia di amore passionale e tragico come era in Bizet, anche se qui è vissuto da due coppie. Diversa la caratterizzazione e la psicologia dei personaggi, immutate le preziose melodie, come spiega Pino Pecorelli arrangiatore e bassista dell’Orchestra:

“Il lavoro che viene fatto è proprio quello di partire dalle melodie e portarle in una dimensione nuova, verso una strumentazione e un modo di suonare per niente classici”.

La gitana Carmen è un’artista pugliese talento del reggae, il suo innamorato don Josè è un giovane brasiliano che ha suonato con Jovannotti, il suo rivale il torero Escamillo è tunisino. E poi ci sono gli strumenti che vengono da ogni parte del mondo:

“La cosa bella è vedere che il pubblico, quando ascolta cose classiche risuonate dall’orchestra, non le scopre immediatamente appena parte il pezzo, ma le scopre poco dopo, e sorride perchè resta sorpreso da questo incanto sonoro nuovo. Chiaramente, infatti, ci sono strumenti che non vengono dalla tradizione alta - il cimbalon, l’ud, il basso elettrico, la chitarra elettrica, la batteria – che però si mischiano a strumenti classici e a cantanti lirici. Insomma è come se Bizet l’avesse scritta ieri pomeriggio quest’Opera e l’avesse pensata per un organico di questo tipo. E’ una sfida complicata”.

Il risultato è uno spettacolo affascinante e fantasioso che il regista Mario Tronco collega ad una lunga tradizione italiana:

“Nell’Ottocento, a Napoli, le opere venivano rifatte per strada da cantanti ambulanti, per cui già allora c’era questa tradizione di portare l’Opera dai teatri alla strada. E’ un modo per farla conoscere a chi non ha avuto modo di conoscerla”.

Dunque un nuovo lavoro questa Carmen per un’orchestra che non ha frontiere, come è il mondo in cui viviamo, e che non si stanca di raccontare in musica la bellezza della diversità. Ancora Mario Tronco:

“Noi cerchiamo da sempre di dimostrare che la cultura meticcia è ricchezza. E’ una cosa che la gente ha dimenticato. Adesso questo tipo di cose fa paura. Siamo tanti e abbiamo paura di perdere la nostra identità e invece non stiamo capendo che stiamo solo trasformandoci in una cosa nuova, ed è compito dell’umanità quello di andare avanti e non fermarsi”.








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