2015-10-24 14:35:00

Sinodo. Appello per Medio Oriente, Africa, Ucraina: basta atrocità


Battute finali al 14.mo Sinodo generale ordinario sulla famiglia: la Congregazione generale di stamani ha visto la lettura, in Aula, della Relazione finale, redatta dall’apposita Commissione di dieci membri nominata dal Papa. Nel pomeriggio, il testo verrà votato paragrafo per paragrafo. Spetterà poi al Pontefice decidere se pubblicarlo o meno. Intanto, è stato diffuso il messaggio del Sinodo per le famiglie che vivono in situazioni di conflitto in Medio Oriente, Africa ed Ucraina. Il servizio di Isabella Piro:

“Non più violenza, non più terrorismo, non più distruzioni, non più persecuzioni! Cessino immediatamente le ostilità e il traffico delle armi!” Così si legge nel messaggio del Sinodo indirizzato alle famiglie del Medio Oriente. Il documento ricorda i “sanguinosi conflitti in corso” che provocano “inaudite efferatezze”. E cita le armi di distruzione di massa, le uccisioni indiscriminate, le decapitazioni, i rapimenti, la tratta delle donne, l’arruolamento di bambini, le persecuzioni a motivo religioso e etnico, la devastazione dei luoghi di culto, la distruzione del patrimonio culturale.

Violati diritti alla vita ed alla libertà religiosa
Tali “innumerevoli atrocità”, dice il messaggio, hanno costretto migliaia di famiglie a fuggire dalle proprie case e a cercare rifugio altrove, spesso in condizioni di estrema precarietà e di violazioni costanti del diritto umanitario internazionale, dei “principi fondamentali della dignità umana e della convivenza pacifica e armoniosa” fra i popoli, dei diritti alla vita ed alla libertà religiosa.

Pace, non con la forza ma con la diplomazia
Esprimendo poi gratitudine ai Paesi che accolgono i rifugiati – come Giordania, Libano, Turchia e numerose nazioni europee – il Sinodo assicura solidarietà e preghiera a tutti gli abitanti del Medio Oriente e chiede la liberazione di tutte le persone sequestrate.  La pace va cercata non con scelte imposte con la forza – ribadisce il messaggio – ma attraverso “decisioni politiche rispettose delle particolarità culturali e religiose delle singole nazioni”. Anche la comunità internazionale viene chiamata in causa affinché, messi da parte gli interessi particolari, cerchi soluzioni diplomatiche.

Non strumentare il nome di Dio per la violenza
“Siamo convinti – affermano i Padri Sinodali – che la pace è possibile e che è possibile fermare le violenze che in Siria, in Iraq, a Gerusalemme e in tutta la Terra Santa”, perché  la riconciliazione è “frutto della giustizia, del rispetto e del perdono”. Di qui, il richiamo all’invito di Papa Francesco a non strumentalizzare per la violenza il nome di Dio, affinché “ebrei, cristiani e musulmani possano scorgere nell’altro credente un fratello da rispettare e da amare”.

Famiglie possano tornare a vita dignitosa e tranquilla
Infine, uguale preoccupazione, sollecitudine e amore vengono espressi a tutte le famiglie che si trovano coinvolte in situazioni analoghe in altre parti del mondo, specialmente in Africa e in Ucraina, “molto presenti” nel pensiero dell’Assemblea sinodale, affinché possano tornare a una vita dignitosa e tranquilla.








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