2015-10-25 11:30:00

Sinodo. Grande consenso su Relazione finale: famiglia, luce del mondo


Papa Francesco ha autorizzato la pubblicazione della Relazione finale del 14.mo Sinodo generale ordinario sulla famiglia. Del documento ha parlato padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, ieri sera, in un briefing conclusivo dei lavori. La Relazione è composta da 94 paragrafi, votati singolarmente dai Padri Sinodali e tutti approvati a maggioranza qualificata, pari a 177 voti su 265. Il servizio di Isabella Piro:

Luce nel buio del mondo: così la Relazione finale definisce la famiglia, descrivendone, sì, le tante difficoltà, ma anche la sua grande capacità di affrontarle e di reagire di fronte ad esse. Organico e lineare, il documento conclusivo del Sinodo raccoglie molti dei “modi” (emendamenti) presentati dai Padri Sinodali all’Instrumentum laboris e rispecchia, quindi, la voce dell’Assemblea.

Paragrafi specifici dedicati a situazioni familiari difficili
Due paragrafi in particolare, approvati con 178 ed 180 voti, sono stati al limite della maggioranza qualificata. Ascoltiamo padre Lombardi:

“Sono quelli che riguardavano le situazioni difficili, l’approccio pastorale di famiglie ferite o in situazioni non regolari dal punto di vista canonico e della disciplina della Chiesa. In particolare, le convivenze, i matrimoni civili, i divorziati risposati ed il modo di avvicinarsi pastoralmente a queste situazioni. Però sempre la maggioranza dei due terzi è stata raggiunta”.

Documento con atteggiamento positivo ed accogliente
Un documento dall’atteggiamento positivo ed accogliente, sottolinea ancora padre Lombardi, che ha fatto un lungo percorso rispetto all’Instrumentum laboris:

“Personalmente, ho trovato straordinario il cammino fatto dal documento Istrumentum laboris al documento Relatio finalis, che è straordinariamente ricco denso ed anche ben equilibrato e ben organizzato”.

Il direttore della Sala stampa vaticana ricorda, poi, il Motu proprio del Papa sulla riforma dei processi di nullità matrimoniale che ha dato, così, un contributo efficace e risolutivo alla tematica del Sinodo.

Ribadita dottrina dell’indissolubilità matrimoniale
Nella Relazione finale, si richiama la dottrina dell’indissolubilità del matrimonio sacramentale, non giogo, ma dono di Dio, verità fondata in Cristo e nel suo legame con la Chiesa. Al contempo, sottolinea che verità e misericordia convergono in Cristo. Di qui, il richiamo all’accoglienza delle famiglie ferite. Senza citare espressamente l’accesso all’Eucaristia per i divorziati risposati, il documento sinodale ricorda che essi non sono scomunicati e rimanda al discernimento dei Pastori l’analisi delle situazioni famiglia complesse.

Discernimento dei Pastori per situazioni complesse
Il discernimento, sottolinea, va applicato secondo l’insegnamento della Chiesa, con la fiducia che la misericordia di Dio non si nega a nessuno. Per i conviventi, si ribadisce che la loro situazione va affrontata in maniera costruttiva, cercando di trasformarla in opportunità di cammino di conversione verso la pienezza del matrimonio e della famiglia, alla luce del Vangelo.

Persone omosessuali non vanno discriminate, ma no a unioni dello stesso sesso
Altri punti salienti della Relazione si soffermano sul tema dell’omosessualità: le persone con tali tendenze non vanno discriminate, si spiega, ma al contempo si ribadisce che la Chiesa è contraria alle unioni tra persone dello stesso sesso e che non sono ammesse pressioni esterne su di essa in relazione a questo punto. Paragrafi speciali vengono poi dedicati a migranti, profughi, perseguitati, le cui famiglie sono disgregate e che possono diventare vittime della tratta. Anche per loro si invoca accoglienza, richiamandone i diritti, ma anche doveri nei confronti dei Paesi che li ospitano.

Valorizzare la donna, tutelare bambini ed anziani
Altre riflessioni specifiche vengono dedicate alla donna, all’uomo, ai bambini, perni della vita familiare: per tutti loro si ribadisce la tutela e la valorizzazione dei rispettivi ruoli. Per le donne, viene auspicato un ruolo più rilevante nei percorsi formativi dei ministri ordinati, mentre per i bambini si sottolinea la bellezza dell’adozione e dell’affido, che ricostruiscono legami familiari interrotti. Il Sinodo, poi, non dimentica i vedovi, i disabili, gli anziani ed i nonni, che permettono la trasmissione della fede in famiglia e che vanno messi al riparo dalla cultura dello scarto. Anche le persone non sposate vengono ricordate per il loro impegno nella Chiesa e nella società.

Fanatismo, individualismo, povertà, precarietà lavorativa, ideologia gender
Tra le ombre dell’epoca contemporanea che spesso incombono sulla famiglia, il Sinodo cita il fanatismo politico-religioso ostile al cristianesimo, l’individualismo crescente, l’ideologia del gender, i conflitti, le persecuzioni, la povertà, la precarietà lavorativa, la corruzione, le coercizioni economiche che escludono la famiglia dall’educazione e dalla cultura, la globalizzazione dell’indifferenza che pone al centro della società il denaro e non l’uomo, la pornografia ed il calo demografico.

Rafforzare preparazione al matrimonio
Il documento finale raccoglie quindi i suggerimenti a rafforzare la preparazione al matrimonio, soprattutto per i giovani che ne sembrano intimoriti: per essi si auspica una formazione adeguata all’affettività, seguendo la virtù della castità e del dono di sé. In quest’ottica, si richiama il legame tra atto sessuale ed atto procreativo tra coniugi, i cui figli sono il frutto più prezioso, perché portano in sé la memoria e la speranza di un atto d’amore. Un altro legame ribadito è quello tra vocazione alla famiglia e vocazione alla vita consacrata. Centrale anche l’educazione alla sessualità ed alla corporeità e la promozione della paternità responsabile, secondo gli insegnamenti dell’Enciclica di Paolo VI “Humanae Vitae”, ed il ruolo primario dei genitori all’educazione dei figli alla fede.

Tutelare la vita dal concepimento alla morte naturale
Un appello viene quindi lanciato alle istituzioni affinché promuovano e sostengano politiche familiari, mentre i cattolici impegnati in politica vengono esortati a tutelare la famiglia e la vita, perché una società che le trascura ha perdso la sua apertura al futuro. A tal proposito, il Sinodo ribadisce la sacralità dell’esistenza dal concepimento e fino alla morte naturale e mette in guardia da gravi minacce alla famiglia come aborto ed eutanasia. Ulteriori paragrafi sono dedicati ai matrimoni misti, dei quali si sottolineano gli aspetti positivi per la promozione del dialogo ecumenico ed interreligioso. Viene ribadita poi la necessità di tutelare la libertà religiosa ed il diritto all’obiezione di coscienza all’interno della società.

Chiesa ha bisogno di rinnovare linguaggio per annunciare Vangelo
Un’ampia riflessione viene fatta anche sulla necessità di modificare il linguaggio della Chiesa, rendendolo più significativo affinché l’annuncio del Vangelo della famiglia risponda davvero alle attese più profonde della persona umana. Non si tratta, infatti, solo di presentare una normativa, ma di annunciare la grazia che dona la capacità di vivere i beni della famiglia.

Famiglia, porto sicuro dei sentimenti più profondi
Infine, la Relazione sottolinea la bellezza della famiglia: Chiesa domestica basata sul matrimonio tra uomo e donna, cellula fondamentale della società alla cui crescita contribuisce, porto sicuro dei sentimenti più profondi, unico punto di connessione in un’epoca frammentata, parte integrante dell’ecologia umana, essa va protetta, sostenuta ed incoraggiata, anche da parte delle autorità.

Richiesto al Papa un documento sulla famiglia
Il documento si conclude con la richiesta dei Padri Sinodali al Papa affinché valuti l’opportunità di offrire un documento sulla famiglia. E padre Lombardi spiega:

“I Padri Sinodali non dicono che è tutto finito, ma affermano: ‘Offriamo la Relazione al Santo Padre affinché valuti lui se continuare il cammino con un suo documento che, sulla base di quello sinodale, approfondisca ancora il tema della famiglia secondo la la prospettiva che egli voglia dare’. Rimaniamo in cammino”.








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