2015-10-26 13:01:00

Argentina al ballottaggio: solo due punti tra Scioli e Macri


Ballottaggio in Argentina: Daniel Scioli, il candidato peronista, erede di Cristina Kirchner, alle presidenziali di ieri ha vinto ma con un vantaggio inferiore a quello previsto, di circa solo due punti, e deve andare al ballottaggio il 22 novembre, con il suo principale avversario, Mauricio Macri. Il terzo candidato, il giovane peronista dissidente, Sergio Massa, ha ottenuto il 21 per cento e il modo in cui si distribuiranno ora i suoi voti sarà determinate per la vittoria finale. Fausta Speranza ha parlato delle prospettive con Giuseppe Dentice, esperto di America Latina, dell’Ispi, Istituto Studi Politica Internazionale:

R. – Chiaramente, a pesare sull’incertezza del voto di Scioli ha influito non solo la performance di Macri, che è stata estremamente ottima perché in fin dei conti è arrivato a soli due punti di percentuale di distanza, ma, soprattutto, il forte risultato ottenuto da Sergio Massa, un peronista che è entrato in conflitto con l’entourage della Kirchner e che, in questi anni, è riuscito a creare attorno a sé un gruppo tendenzialmente folto di oppositori alla stessa presidente. Quindi, si può dire che questo risultato sia, in un certo senso, un voto di protesta nei confronti del precedente esecutivo. Un voto, quindi, antikirchnerista e non verso una tradizione politica. Comunque, il peronismo rimane forte in quasi tutti i candidati, eccetto forse Macri.

D. – Quali sono i punti più critici?

R. – I punti più critici riguardano semplicemente e soprattutto l’economia, un’economia che è sempre tra il default e la crisi economica; un’economia che negli anni precedenti è cresciuta, soprattutto grazie anche al prezzo delle commodities molto buone, soprattutto grazie agli investimenti che arrivavano dall’estero. Oggi invece si scopre una economia estremamente debole, molto fragile, come ho detto, in perenne stato di shock tra rischio default e una situazione sotto controllo. In più, la sentenza "famosa" che c’è stata nel luglio 2014 - i cosiddetti “fondi avvoltoi” - ha incrinato particolarmente lo stato di salute dell’economia. All’economia si associa anche l’inflazione. I dati ufficiali danno un’inflazione attorno al 25 per cento. In realtà, dati non ufficiali, ma presumibilmente della Banca Mondiale, o meglio del Fondo Monetario, fanno pensare che sia almeno il doppio. Quindi, ci sono indicatori economici che danno dati estremamente alti, estremamente preoccupanti, per la situazione di salute dell’economia argentina. La partita, quindi, come sempre, si giocherà su quanto sarà importante il ruolo dell’economia e soprattutto su cosa sapranno indicare i cambi dati o il ballottaggio come ricette risananti per lo stato di salute dell’Argentina stessa.

D. – A questo proposito, cosa distingue le ricette dei due candidati in tema sociale e quale presumibilmente sarà il cavallo di battaglia di ognuno per la campagna in vista del ballottaggio?

R. – Tendenzialmente, entrambi i candidati, ma soprattutto Scioli, dalle prime dichiarazioni sembrerebbero essere interessati principalmente a convogliare intorno a sé i voti degli indecisi o comunque dei dissidenti, come è stato il voto di protesta nei confronti di Scioli, che in parte ha contribuito a garantire l’affermazione di Massa. La differenza tra i due candidati, dal punto di vista del programma, si sostanzia principalmente in un indirizzo: l’indirizzo peronista kirchnerista, se vogliamo dire così, di Scioli, in continuità, in un certo senso, con l’attività della presidente uscente, tuttavia si differenzia dalla stessa per un atteggiamento, quantomeno a livello macroeconomico, un po’ più accorto e più attento soprattutto a risanare le particolari faglie dell’economia argentina. Mentre Macri proviene da un’idea più liberista, che comunque nella storia argentina, ha lasciato dei traumi. Da un lato, quindi, si potrebbero scontrare la voglia di cambiamento della popolazione e, dall’altra, la paura che questo cambiamento in realtà sia peggiorativo della situazione attuale.








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