2015-10-27 12:07:00

Vescovi Australia: impegno internazionale contro la pena di morte


Occorre impegnarsi a livello internazionale per abolire la pena di morte: questo, in sintesi, il contenuto della lettera che l’arcivescovo Denis Hart, presidente della Conferenza episcopale australiana (Acbc), ha inviato al Parlamento nazionale. Nella missiva, il presule offre l’aiuto della Chiesa locale al governo, per una collaborazione comune finalizzata all’abolizione della pena capitale nel mondo.

Difendere dignità umana, fondamento di tutti i diritti
“La dignità umana è fondamento di tutti i diritti umani – scrive mons. Hart – Essa, insieme al diritto alla vita di ciascuno, deve essere rispettata dal concepimento e fino alla morte naturale”. Di qui, la sottolineatura del fatto che “l’imposizione della pena capitale è crudele ed inutile per i colpevoli, le loro famiglie e la società”. Al contrario, “le comunità si arricchiscono quanto possono dimostrare misericordia”.

Cappellani carcerari, una “finestra di speranza” per i detenuti
Quindi, il presidente dell’Acbc si sofferma sulla figura dei cappellani carcerari, evidenziandone “il ruolo vitale” nell’aiutare i detenuti “a trasformare le loro vite”. “I cappellani vivono in prigione, ma non vi appartengono – sottolinea il presule – perché sono segni di quella misericordia che la società non ha donato ai detenuti”. Forieri di “speranza”, i cappellani possono essere “una finestra per l’intera comunità di carcerati”. Per questo, il presule esorta “gli australiani e gli amici internazionali ad impegnarsi per il rispetto e la tutela della dignità di ogni vita umana, anche di coloro che arrecano gravi danni”.

Condannare il crimine, ma dire no alla pena di morte
​Infatti, spiega mons. Hart, “si può riconoscere la gravità delle reati commessi ed opporsi, allo stesso tempo, alla pensa di morte”, anzi: “la preoccupazione della Chiesa per il valore della vita umana motiva la sua opposizione alla pena capitale”. La lettera si conclude con l’affermazione che l’Acbc  “sarebbe lieta di assistere il governo australiano” in questo ambito, “prendendo contatti, dove possibile, con le opportune diplomazie della Santa Sede” e con i rappresentati di altri governi nazionali, attraverso le rispettive Conferenze episcopali. (A cura di Isabella Piro)








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