La demolizione di tre piccoli edifici di culto cristiani (due protestati, uno cattolico) nella provincia indonesiana di Aceh, sull’isola di Sumatra, e la fuga di circa 8.000 fedeli, in seguito alla violenze dei radicali islamici, causano "profonda preoccupazione per la sicurezza di migliaia di cristiani che rimangono in pericolo": lo scrive il rev. Olav Fykse Tveit, leader del Consiglio Mondiale delle Chiese, esprimendo solidarietà e vicinanza ai credenti indonesiani e invocando pace e libertà religiosa. I cristiani sono stati messi in fuga nel distretto di Aceh Singkil, in seguito alla distruzione di piccole chiese, sulla scia di proteste violente contro le pratiche cristiane e contro la presenza cristiana nei villaggi del distretto. La demolizione era autorizzata dai funzionari locali perchè gli edifici sono stati costruiti "senza regolare licenza".
Consiglio delle Chiese chiede al governo di agire rapidamente
Come riferisce l'agenzia Fides, il rev. Olav Fykse Tveit condanna "i recenti attacchi
alle chiese e ai cristiani nella provincia di Aceh, mentre si sforzano di essere fedeli
testimoni del Vangelo di Gesù Cristo. Il Consiglio Mondiale delle Chiese, deplorando
la violenza contro persone e comunità sulla base della loro identità religiosa, invita
il governo indonesiano ad agire rapidamente per portare i responsabili davanti alla
giustizia".
Consiglio degli Ulema denuncia l'attacco ed invita alla pacificazione
Il Presidente indonesiano Joko Widodo ha ordinato alla polizia nazionale di prendere
provvedimenti immediati per fermare la violenza e promuovere la pace. Il Consiglio
indonesiano degli Ulema (Mui) ha denunciato l'attacco e invitato i musulmani di Aceh
a non partecipare a qualsiasi attività che potrebbe fomentare un conflitto di maggiore
entità tra la comunità islamica e cristiana nella regione.
Preoccupazione dei cristiani per clima di intolleranza
Ad Aceh vige la sharia (legge islamica) e, per fare attività di culto, le chiese
devono essere autorizzate e registrate. Per ottenere una licenza di costruzione occorrono
almeno 90 firme di fedeli residenti sul posto. Secondo fonti di Fides, le autorità
faranno demolire circa dieci aule di culto, aperte senza permesso. Proprio nei giorni
scorsi, il 23 ottobre, nella provincia è entrato in vigore il nuovo Codice penale,
basato sulla sharia, che prevede punizioni severe come la fustigazione, per una serie
di pratiche considerate “reati”, come relazioni omosessuali, consumo di alcol, gioco
d'azzardo, adulterio, molestie sessuali e stupro. I provvedimenti si applicano solo
ai musulmani e non alle minoranze religiose, ma i cristiani locali sono comunque preoccupati
per il crescente clima di intolleranza. (P.A.)
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