2015-10-28 13:58:00

Referendum Congo, cambia Costituzione a favore del presidente


Il progetto di una nuova Costituzione che permette al presidente del Congo Brazzaville, Denis Sassu Nguesso, di ricandidarsi nel 2016 per la terza volta è stato adottato. E’ quanto dicono i risultati del referendum di domenica scorsa, resi noti oggi: il 92% degli aventi diritto avrebbe detto "sì" al testo. Numeri falsati, secondo alcuni osservatori e secondo l’opposizione. Si conferma comunque la volontà di potere "eterno" da parte dei presidenti africani, come già succede in Uganda, Burundi e Rwanda. Gabriella Ceraso ne ha parlato con fra Roch Ekouerembahe, missionario del Congo:

R. – Il potere in Africa – nella vecchia Africa – era un potere che andava di padre in figlio. Quindi, è vero che questo atteggiamento è insito nell’agire di tanti presidenti africani. Per adottarne uno nuovo – quello che ci propone la democrazia – ci vuole tempo. In Congo, ciò rappresenta una nuova cultura: è un cammino da fare…

D. – L’opposizione ha chiesto la disobbedienza, quindi il timore più diffuso probabilmente è quello degli scontri come già è accaduto. Finora, si è riusciti a mantenere la calma Cosa le fa pensare questo? Come lo giudica?

R. – Questo testimonia il livello di maturità di questa popolazione, che non vuole più la guerra, non la vuole più. Per me è qualcosa di importante. Bisognerebbe cercare – sia da parte dell’opposizione che da parte della maggioranza presidenziale – di discutere insieme, perché la democrazia non è la guerra: la democrazia ci chiede di scambiare opinioni, discutere, cambiare le idee.

D. – Con questo cambiamento della Costituzione, si è aperta la possibilità al presidente di continuare ancora e ancora il suo ruolo. Però, è anche vero che lui non ha ancora accettato…

R. – È una possibilità. Però, nel testo della Costituzione si dice che per essere eletto come presidente c’è un limite di età e lui questo limite lo ha già superato. Quindi non si sa… Fino adesso, non si è ancora pronunciato.

D. – Secondo lei, che è osservatore esterno, il Paese oggi in che condizione è? Che momento vive?

R. – C’è ancora tanto da fare in ambito scolastico e della sanità. Se il popolo potesse esprimere il suo parere, si potrebbe andare avanti.








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