2015-10-30 13:10:00

Cina. Aspetti economici e culturali della nuova legge sui figli


In Cina, nel 2030 ci saranno 360 milioni di cittadini sopra i 60 anni, pari a un quinto della popolazione in età pensionistica: è un dato che fa capire come dietro alla decisione, annunciata due giorni fa, di superare la legge del 1979, che imponeva un figlio unico, ci siano motivazioni economiche e squilibri sociali. Tra le distorsioni sociali, c’è la mancanza di donne. Del "commercio" di donne e anche delle difficoltà a superare quella che è diventata un’abitudine culturale al figlio unico, Fausta Speranza ha parlato con padre Bernardo Cervellera, direttore di Asianews:

R. – I demografi calcolano che ci siano almeno 20-40 milioni di donne che mancano alla Cina e allora questo sta portando a un commercio dai Paesi vicini: dal Vietnam, dalla Cambogia, dalle Filippine e soprattutto dalla Corea del Nord. Dalla Corea del Nord, si prendono ragazze e si portano in Cina per essere vendute, soprattutto nelle campagne, a persone che vivono in campagna. Qualche volta, queste donne sono trattate bene, a volte sono trattate da schiave…

D. – La legge in teoria non permetteva l’aborto selettivo sulle femmine, ma di fatto è stato evidente nei fatti. Perché questo squilibrio di genere?  

R. – Il figlio maschio è visto come il continuatore della tradizione, della famiglia. E poi anche perché il figlio maschio “appartiene” alla famiglia originaria, mentre la figlia femmina “appartiene” poi alla famiglia nella quale va a sposarsi. Inoltre, la società cinese – non si sa bene perché – le donne le paga il 30% in meno nei salari.

D. – Superata la politica del figlio unico, comunque la limitazione resta: solo due figli a coppia. Che valutazione dare?

R. – Il motivo dell’apertura è molto economico, cioè per diminuire l’invecchiamento della popolazione e per aumentare la possibilità di forza lavoro, perché si vede che manca sempre più manodopera. I demografi cinesi, però, dicono che con l’impatto che ha avuto la legge del figlio unico ci vorranno ancora 20-30 anni per riuscire a vedere qualche risultato in tutto questo. Sono molto pessimisti: forse la Cina ha “allentato” un po’ questa legge del figlio unico, ma troppo tardi.

D. – C’erano già eccezioni: qualcuno poteva permettersi una sorta di “multa” per il secondo figlio…

R. – Le famiglie ricche potevano permettersi diversi figli proprio perchè potevano pagare le multe. Invece, le famiglie povere erano costrette ad abortire o ad abbandonare la figlia femmina, oppure a vedersi requisiti tutti i loro beni: l’animale che veniva allevato oppure le terre oppure i mobili… Oppure, anche ad andare in prigione.

D. – Che dire della discussione all’interno al Paese? Come viene vissuta questa nuova normativa?

R. – Guardi, io ho l’impressione che non è che questa indicazione dei due figli avrà un grande applauso. Per esempio, mi pare un anno fa, hanno dato l’indicazione che quando in una coppia uno dei due partner è figlio unico, cioè viene da una famiglia con un figlio unico, si possono avere due figli. Questa indicazione, questo “allargamento” della legge non ha avuto quasi nessun effetto. Loro speravano che ci fossero 20 milioni di nuovi bambini, invece ne hanno avuto soltanto 1,4 milioni. Il che vuol dire che nella popolazione ormai c’è l’idea che in fondo avere figli sia soltanto un peso economico. Occorrerà educare la gente al valore della vita, al valore di avere una famiglia grande, così com’era nella tradizione cinese antica. Adesso, invece, la gente fa molta fatica: lavora tantissimo, ci si vede soltanto la sera tardi, magari tra marito e moglie uno va a lavorare da una parte, in una città, e l’altro va a lavorare in un’altra città… E’ molto, molto difficile che adesso abbiano figli. E in alcune interviste che avevo fatto ultimamente, dicevano: “Ma, chi me lo fa fare a fare un figlio? Io non ho soldi a sufficienza per mantenerlo, per mandarlo a scuola e quindi, per concludere, per garantirgli un buon futuro”.

D. – Quindi, non basta una legge: ci vuole, come dire, una sorta di “nuovo umanesimo” …

R. – Eh sì: occorre un nuovo umanesimo, che la Cina sta cercando disperatamente. Finché non darà libertà di religione, penso che non ci sarà.








All the contents on this site are copyrighted ©.