2015-10-30 10:55:00

Brasile. Consiglio missionario: attacchi a diritti degli indigeni


Si chiama Pec, Proposta di emendamento alla Costituzione 2015, il nuovo nemico dei popoli indigeni del Brasile. A Palmas, capitale di Tocantins - riferisce l'agenzia Misna - la prima edizione dei Giochi mondiali dei popoli indigeni è l’occasione per rilanciare una battaglia storica, quella per il diritto al possesso e all’utilizzo esclusivo dei territori ancestrali dei popoli nativi che sopravvivono agli interessi politici ed economici in un contesto da sempre ostile.

La proposta nega agli indigeni l’usufrutto esclusivo delle risorse naturali
“La nuova stesura della Pec 2015 minaccia di essere ancora peggio della precedente” scrive Egon Heck, del segretariato nazionale del Consiglio indigenista Missionario (Cimi). “Originariamente l’emendamento mirava ad assegnare al Congresso la facoltà di decisione sulla demarcazione delle terre indigene che spetta oggi al governo. In realtà – sottolinea Heck – le terre indigene, in base all’articolo 231 della Costituzione appartengono originariamente a questi popoli e al governo spetta stabilirne i limiti e tutelarle”. Ma l’ultima bozza della Pec 2015 si spinge anche oltre: ritira agli abitanti ancestrali l’usufrutto esclusivo delle risorse naturali presenti nei territori indigeni – su cui ricadono gli appetiti della grande industria estrattiva e dell’agrobusiness – e dà al Congresso il potere di imporre i nuovi criteri a tutte le terre indigene, anche quelle già demarcate, ‘regolarizzate’ o in processo di ‘regolarizzazione’.

I popoli indigeni brasiliani pronti a difendere le proprie terre
“Le terre indigene del presente, del passato, del futuro saranno sotto il giogo dei parlamentari, in larga maggioranza anti-indigeni, così come la definizione di qualsiasi diritto degli indios sui loro stessi territori” evidenzia l’esponente del Cimi. Ma i popoli indigeni brasiliani non si arrendono e sono pronti a intraprendere una nuova lotta per la delimitazione e la protezione delle loro terre tradizionali “che sono sacre per i nostri popoli – ripete il dirigente nativo Antonio Apinajé - e necessarie per l'equilibrio e la sostenibilità del clima sul pianeta Terra". (F.B.)








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