2015-11-02 18:47:00

Giovanna Marini racconta Pasolini: scomodo perché libero



"Trovo sbagliato definire Pasolini un profeta, era soprattutto una persona libera che sapeva usare la ragione e questo lo rendeva scomodo". Nel quarantesimo anniversario dell'omicidio di Pier Paolo Pasolini, Giovanna Marini, cantautrice e ricercatrice etnicomusicale, racconta i suoi incontri con il poeta-regista e la genesi dello spettacolo 'Sono Pasolini' da lei realizzato con Enrico Frattaroli e la Scuola Popolare di Musica di Testaccio e andato in scena al Teatro India di Roma. 

"Ho creato questa composizione per coro e voce recitante - spiega - perché volevo per una volta presentare Pasolini in una forma inedita e completa. Presentarlo con le sue contraddizioni, di cui lui parla spesso. Da una parte il Pasolini delle sue 'Lettere Luterane', uno scritto dedicato ai giovani, acuto e spietato, affidato a un attore. Dall'altra, un coro, composto dai migliori allievi della Scuola Popolare di Musica di Testaccio, che interpreta le poesie in friulano de 'La meglio gioventù', da me musicate in forma di madrigali, che sono dolci, affettuose e nostalgiche ". Giovanna Marini insiste sulla libertà di pensiero del regista de 'Il Vangelo secondo Matteo'. "E' stata la sua intelligenza a fargli preconizzare come la nostra società sarebbe rimasta schiava dei consumi. Oggi abbiamo perso completamente il senso del valore dell'uomo, i soldi sono sempre al primo posto. Pasolini sarebbe inorridito vedendo gli italiani di oggi: ciascuno con due telefonini in tasca".








All the contents on this site are copyrighted ©.